Il governo e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, stanno pensando a una riforma organica dei servizi segreti. Ad anticiparlo è il Foglio, sottolineando che al momento si tratta solamente di una “ipotesi di lavoro”, ma che nella sede del Dis di Piazza Dante si sono già tenuti alcuni incontri.
Alfredo Mantovano, sottosegretario con delega ai Servizi, sta valutando se sia possibile arrivare a una bozza della riforma già entro l’anno. L’idea è quella di unificare l’intelligence sotto un’unica struttura, superando la divisione tra Aisi e Aise, ovvero i servizi per gli interni e gli esteri. Tutto sotto la funzione di coordinamento del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza.
Riforma dei servizi segreti, i problemi
Il primo problema da affrontare in vista di un’eventuale riforma è quello del rapporto con i vertici delle tre agenzie. Meloni ha riconfermato tutti e tre i direttori: Elisabetta Belloni al Dis, Mario Parente all’Aisi e Giovanni Caravelli all’Aise. Ma un accentramento cambierebbe le carte in tavola e i ruoli.
Così come cambierebbe il ruolo dell’organismo parlamentare di vigilanza, il Copasir, che potrebbe avere anche più potere. Oggi è presieduto dall’ex ministro ed esponente del Pd, Lorenzo Guerini. Che è stato coinvolto nel confronto, ma è contrario alla riforma e all’unificazione delle agenzie. Perché, sottolinea, tutti i grandi Paesi a eccezione della Spagna hanno almeno due agenzie per interni ed esteri. La strada, insomma, è in salita.