Dopo le menzogne in Italia, Meloni mente pure in Europa, questa volta sulle banche. A sostenerlo è l’europarlamentare del Movimento Cinque Stelle, Gaetano Pedullà, che è anche componente della Commissione Econ (banche e assicurazioni), che ha presentato un’interrogazione urgente alla Commissione europea sulla scalata del Monte dei Paschi a Mediobanca.
Ieri Piazzetta Cuccia ha definito ostile l’Offerta pubblica di scambio (Ops) arrivata da Siena.
“Era scontato, perché è evidente che l’operazione non crea valore. Il problema, però, è un altro: non si tratta di una normale operazione di mercato, come tenta goffamente di spacciarla persino la premier Meloni. Con questa storia, infatti, il Governo rischia di trasformarsi nel peggiore dei banchieri: quello che si avventura nelle operazioni finanziarie più pericolose rischiando i soldi dei cittadini”.
Se si riferisce alla partecipazione del Mef nel Monte, un portavoce della Commissione Ue ha già detto che non si applicano i vincoli dell’aiuto di Stato, in quanto la partecipazione pubblica in Mps è modesta, appena l’11,7%.
“Mettiamoci d’accordo: le regole europee valgono sempre o non valgono mai. Nel 2017, quando Bruxelles derogò al divieto di un intervento pubblico per salvare dal fallimento Rocca Salimbeni, si era stabilita la successiva cessione totale della partecipazione, non parziale. E non finisce qui. Avesse anche solo un’azione, il Governo è oggi il padrone di fatto del Monte avendone deciso i vertici, tra l’altro in modo brutale, come fu il licenziamento del precedente Ad, Bastianini. Ora la Commissione può far finta di avere l’anello al naso, ma vediamo se avrà la faccia di mettere per iscritto che il Mef a Siena non conta nulla, rispondendo alla mia interrogazione”.
Il Governo sostiene di volere il terzo polo bancario…
“Guardi, tra Fassino che chiedeva se la sinistra avesse una banca e la destra che favorisce apertamente questa operazione dell’amico Caltagirone non vedo alcuna differenza. Un terzo polo bancario serve, ma a patto che non nasca sulle sabbie mobili, come sarebbe in questo caso”.
Addirittura sabbie mobili… Caltagirone è uno degli imprenditori più solidi d’Italia.
“Caltagirone è il vero dominus, non c’è dubbio, così com’è chiaro che l’obiettivo finale è il controllo delle Generali, attraverso Mediobanca. Ma qui non c’è solo lo Stato in un ruolo di banchiere che non gli appartiene, ma anche gli eredi di Del Vecchio. Signori che non si mettono d’accordo tra di loro neppure sull’eredità del padre: ma a chi mettiamo in mano il nostro colosso delle assicurazioni?”.
Come lei, ad esprimere scetticismo c’è pure il mercato. Da quando è stata lanciata l’offerta, il titolo del Monte ha perso circa il 10%.
“Evidentemente non sono l’unico a ricordare com’è fallita, di fatto, Banca Mps. Era il 2007 e l’allora Ad Mussari pagò molto più di quanto poteva per comprare l’Antonveneta. Oggi sembra un deja vu, e non solo perché in Monte Paschi, esattamente come allora, c’è dentro Caltagirone, ma pure per le dimensioni delle banche interessate, con Monte dei Paschi che capitalizza 8,1 miliardi mentre Mediobanca 13,75. Se il primo obiettivo del sistema è la stabilità finanziaria, non mi pare che qui ricorrano le condizioni migliori”.
I sindacati hanno benedetto l’operazione.
“Rispetto sempre il punto di vista dei lavoratori, ma in questo endorsement vi ho letto un’ulteriore prova dell’incoerenza dell’Ops, in linea, peraltro, con quanto ha affermato ieri Mediobanca. I due Istituti lavorano infatti su piani diversi: Mps prevalentemente con la clientela retail e localizzata nel Centro Italia, mentre Piazzetta Cuccia è una banca d’investimento forte tra grandi risparmiatori e attenta all’estero. Dunque, non ci sarebbero esuberi tra i dipendenti di ciascuna banca per il semplice fatto che l’una e l’altra continuerebbero a fare da sposate le stesse cose che fanno oggi da single. Dov’è, allora, che si crea il valore di cui parla l’Ad Lovaglio?”.
Ma non è che lei è così critico perché è un eurodeputato eletto a Milano, e magari questa operazione viene letta come una scorribanda romana nel Nord?
“Che sia una scorribanda è sicuro, così come i rischi a cui espone istituzioni centrali nel sistema finanziario nazionale, con solide radici nel Nord Italia. Ma questo fa scopa con lo smembramento del Paese che spingono le destre con l’Autonomia regionale differenziata. Una follia, così come lo Stato che impiega le sue risorse in Mps per giocare al Risiko bancario invece di investire su famiglie e imprese, dove c’è più che mai bisogno”.