Dal Giappone la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, parla dei suoi risultati ottenuti a Bruxelles, parlando di “svolta culturale” soprattutto sul tema dei migranti. In un’intervista al quotidiano giapponese Yomiuri Shimbun, Meloni racconta successi che, però, non sembrano trovare alcun riscontro nella realtà.
In questi mesi, afferma la presidente del Consiglio, “il governo ha giocato un ruolo chiave a Bruxelles, facendo sentire con autorevolezza la voce dell’Italia e contribuendo al dibattito sui grandi temi”. Meloni, evidentemente, dimentica per esempio come ogni decisione sul nuovo Patto di stabilità sia stata presa ignorando la posizione italiana.
Le rivendicazioni di Meloni sui suoi presunti successi in Ue
Per Meloni c’è stato una “svolta culturale” grazie alla quale gli altri Stati Ue avrebbero “progressivamente condiviso” la posizione di Roma sulla gestione del fenomeno migratorio, “privilegiando la dimensione esterna come modalità per limitare le partenze”. Anche in questo caso, però, viene difficile capire a cosa si riferisca, considerando che l’unico esempio è il disastroso accordo con la Tunisia.
Per Meloni questo approccio “è stato progressivamente condiviso” dai partner europei, basandosi sulla “necessità di creare partenariati onnicomprensivi con i Paesi di origine e di transito”. Non a caso Meloni cita proprio il memorandum d’intesa con la Tunisia, così come “i nuovi accordi che la Commissione europea sta negoziando, in primis con l’Egitto”.
Gli altri temi affrontati: dall’intelligenza artificiale all’Ucraina
La presidente del Consiglio parla anche della collaborazione tra Italia e Giappone: “Si sta espandendo su tutti i fronti e il mio obiettivo per i prossimi anni è quello di sostenere questo importante rilancio”. Si passa poi al tema dell’intelligenza artificiale, su cui Meloni ritiene che “siamo di fronte alla reale possibilità che molte professioni, anche altamente qualificate, vengano rapidamente sostituite da algoritmi, causando crisi sociali e contribuendo ad ampliare il divario tra ricchi e poveri, spazzando potenzialmente la classe media”.
Non manca, da parte della presidente del Consiglio, una rassicurazione sul sostegno all’Ucraina: “Sin dall’inizio della brutale aggressione della Russia, il sostegno dell’Italia all’Ucraina è stato e rimarrà incrollabile”. Un impegno che “nasce innanzitutto dal dovere morale di aiutare una nazione sovrana che lotta per la sopravvivenza, dovere al quale non possiamo certo sottrarci”. L’obiettivo resta quello di una “pace giusta”.