Leonardo Donno, deputato del Movimento 5 Stelle, qual è il suo giudizio sul viaggio di Giorgia Meloni negli Usa? Ha portato qualche risultato per l’Italia?
“Il giudizio non può che essere negativo. Diversi quotidiani e media hanno parlato di successo di Meloni, ma c’è da preoccuparsi. E non solo perché certa stampa ed editori amici tessono le lodi della premier a prescindere da qualunque cosa dica o faccia ma anche perché non si tratta di una vittoria. Qual è il risultato per l’Italia? Dall’incontro di ieri, di concreto, forse, c’è solo la promessa di una visita di Trump a Roma. Ma la cosa ancora più grave è che si fanno gli interessi degli Usa comprando più armi e gas. E questo sarebbe il grande risultato ottenuto dalla premier? Per cittadini e imprese italiane che soffrono il carovita, i salari bassi, i 25 mesi consecutivi di calo della produzione industriale non c’è niente. Chi parla di successo farebbe bene a studiare o a farsi un esame di coscienza perché raccontando una realtà che non esiste si fa male solo all’Italia”.
Il viaggio è servito solamente a mostrare lo schiacciamento delle posizioni italiane su quelle Usa, con la promessa di aumentare gli acquisti di gas e le spese militari, proprio come voleva Trump?
“Quando l’interlocutore è una premier che fino a oggi ha dimostrato di non avere alcun peso sul piano internazionale, è chiaro che la strada per il presidente americano fosse in discesa. Parliamo di una premier che non difende l’interesse dell’Italia e lo ha dimostrato più volte. Il suo governo ha accettato un Patto di stabilità che condanna l’Italia a miliardi di tagli e tasse, e un folle piano di riarmo europeo che ci porterà a spendere miliardi in armi. Parliamo di risorse sottratte a cittadini e imprese, investimenti, scuola. Mentre la sanità cade a pezzi, milioni di italiani rinunciano alle cure, sono in povertà assoluta, Meloni se ne infischia, prende ordini da Washington, serve e annuisce quando l’Europa comanda”.
Ma non trova nulla di positivo nel viaggio di Meloni? Non ha, quantomeno, portato l’Italia a essere riconosciuta come un partner fondamentale per un Paese per noi da sempre amico come gli Usa?
“Essere amici di un Paese non significa prendere ordini e stare zitti e buoni. Un capo di un governo ha il dovere di tutelare gli interessi del proprio Paese. Qui vediamo solo una premier che è più preoccupata della sua immagine e di quella del suo partito piuttosto che dei problemi degli italiani. Dall’incontro di ieri abbiamo visto anche un capo di governo che, in maniera imbarazzante, teme di dire qualcosa che possa infastidire il suo interlocutore. Non prendiamoci in giro, andare alla Casa Bianca con un evidente timore reverenziale e non con l’autorevolezza necessaria, non è una dimostrazione di amicizia e di sicuro non lo è quando alla fine dell’incontro gli interessi del nostro Paese non hanno avuto alcun peso. E poi, mi lasci dire, non è stata certo lei a dimostrarsi patriota e sovranista, come tanto si definiva, ma il presidente americano che invece sta difendendo, a suo modo, gli interessi degli Stati Uniti”.
E non crede che Meloni possa riuscire a svolgere il ruolo di ponte tra Ue e Usa, dopo questo viaggio?
“Non possiamo che essere preoccupati. Stando a quanto sta accadendo da quando il centrodestra è al governo i presupposti non sono ottimi. Per ora poi sappiamo solo che Trump ha confermato le sue posizioni e che Meloni ha fatto solo concessioni agli Stati Uniti. Se questa è la premessa figuriamoci il resto. Il problema, come al solito, è che a subire queste dinamiche sono i cittadini europei, gli italiani, le aziende che sono appese a un filo mentre chi di dovere aveva l’obbligo di farsi trovare preparato, e invece così non è stato”.
Crede che, al di là delle dichiarazioni pubbliche, l’incontro possa almeno essere servito sul fronte dei dazi o teme che anche su questo ci sia stata una completa sconfitta di Meloni?
“Abbiamo visto tutti che l’impegno c’è stato solo da parte del nostro Paese, e sui dazi non ci sono novità. L’unica cosa ottenuta da Meloni è un abbraccio da Trump. Il problema è che a oggi per l’Italia non c’è nulla in cambio rispetto agli impegni presi da Meloni sull’acquisto di gas a caro prezzo e la spesa di miliardi in armi. Questo dovrebbe far comprendere a chi continua a parlare di successo, che qui l’unico ad avere segnato, ancora una volta, è Trump, e anche a porta vuota”.
L’acquisto di gnl, più caro, potrebbe far aumentare le bollette. E sul fronte del riarmo, è stato l’Ufficio parlamentare di bilancio a spiegare che si tratta di una spesa improduttiva: Meloni sta mettendo gli interessi di un alleato al di sopra di quelli italiani?
“Acquistare gas dagli Usa significa continuare a non dare risposte sul caro bollette. Dopo mesi che denunciamo i rincari per cittadini e imprese, Meloni continua a fregarsene, e lo dimostra il fatto che il nostro Paese vuole comprare Gnl a prezzo carissimo. La presidente del Consiglio ha dimostrato di non avere alcun potere negoziale, di essere arrivata al tavolo delle trattative senza forze. Le uniche certezze a oggi, purtroppo, vedono un governo impegnato a spendere miliardi nell’acquisto di armi. Anche l’Upb dice che non porta alcun beneficio. Qui gli unici a festeggiare sono le lobby come quelle delle armi. Mentre il governo gli versa lo champagne in Italia i problemi aumentano. Invece di destinare risorse alle emergenze, ai cittadini che non arrivano a fine mese e alle imprese che rischiano di chiudere, il centrodestra tutela i poteri forti. È l’ennesimo tradimento firmato Meloni”.