In Medio Oriente la situazione è sempre più critica. Marco Pellegrini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Difesa alla Camera, come giudica le operazioni israeliane in Libano?
“È un attacco preventivo di dimensioni e portata illogiche e spropositate ed è la diretta conseguenza del disegno folle e criminale di Netanyahu che, come un nuovo dottor Stranamore, usa la guerra per garantirsi la sua personale sopravvivenza politica. Uno scriteriato che è disposto a incendiare l’intero Medio Oriente, mettendo in pericolo la sicurezza stessa del suo popolo, pur di rimanere al potere grazie al sostegno dei falchi dell’estrema destra ortodossa israeliana. Netanyahu sa bene che la pace determinerebbe la sua fine politica e la sua probabile condanna al processo che lo vede accusato di corruzione, frode e abuso d’ufficio. Non so se lo faranno i Tribunali ma di sicuro la storia lo condannerà come un criminale di guerra”.
Netanyahu afferma che i suoi attacchi sono rivolti a Hezbollah, ma di mezzo ci vanno tantissimi civili. Dal punto di vista internazionale, quello israeliano non va considerato come un attacco a uno Stato terzo?
“Una cosa è colpire le rampe di lancio missilistiche o i depositi di armi di Hezbollah in territorio libanese in risposta agli attacchi sferrati dai miliziani sciiti contro il nord di Israele. Altra cosa, ben diversa e ben più grave, è bombardare e radere al suolo condomini pieni di civili inermi e innocenti, donne e bambini, solo per provare a uccidere qualche presunto capo militare o esponente di Hezbollah, senza avere il benché minimo riguardo per i cosiddetti danni collaterali. Questo modo di fare criminale viola il diritto internazionale! Allo stesso modo è stata una grave violazione del diritto internazionale la scelta israeliana di far esplodere centinaia o migliaia di cercapersone e walkie talkie, incuranti del contesto civile o addirittura domestico nei quali ciò avveniva, provocando migliaia di feriti tra popolazione inerme, donne e bambini che nessuna colpa hanno se non quella di vivere nel sud del Libano. Questa nuova modalità di attacco è stata definita terroristica dall’ex capo della Cia, Leon Panetta. E se lo dice lui, se ne può essere strasicuri”.
Perché, di fronte a questa escalation, sono pochissime le voci critiche in tutto il mondo occidentale?
“Perché viviamo in un’epoca di nani politici. Non abbiamo più gli Aldo Moro, i De Gasperi, Spinelli, Shuman, Adenauer. Abbiamo oscuri passacarte che guidano i governi occidentali che – chi più, chi meno – hanno paura di distanziarsi dalla linea dettata da Washington, da sempre schierata acriticamente con il governo israeliano, secondo una logica da tifoseria che rende l’amministrazione americana incapace di fermare o criticare un Paese amico anche quando sta palesemente facendo del male ad altri e anche a se stesso. Ed è quello che sta facendo Netanyahu che, pensando di difendersi dalle minacce che lo circondano, non fa altro che alimentarle e accrescere l’odio presente e futuro, minando la sicurezza di tutto il Medio Oriente”.
Stesso discorso vale per il governo italiano: Meloni e Tajani sono quasi muti di fronte a quello che sta succedendo, come dovrebbe prendere posizione l’Italia?
“Altre nullità politiche, come sopra. Le stucchevoli e rituali dichiarazioni della Meloni e di Tajani sono ipocrite perché, nei fatti, questo governo è complice dei crimini di guerra di Netanyahu a cui l’Italia continua persino a vendere armi: 7,6 milioni almeno tra ottobre 2023 e giugno 2024 come mostrano i dati Istat. Un governo italiano coraggioso (quindi non può essere Meloni) e amico del popolo israeliano, che rischia di pagare un caro prezzo per i crimini commessi da Netanyahu, dovrebbe usare ogni strumento di pressione per fermare i massacri e per tentare di far ragionare quel governo: per esempio, richiamo ambasciatore, embargo armi, sospensione relazioni commerciali, sanzioni mirate e riconoscimento dello Stato di Palestina. Poi, un governo italiano rispettoso della Costituzione, dovrebbe chiedere a tutti i Paesi Ue di fare altrettanto. Meloni, lei proprio intendo, non Tajani o Crosetto, deve prendersi la responsabilità di venire in Parlamento e dire al popolo italiano se il suo governo sta dalla parte del diritto internazionale o dalla parte del criminale di guerra Netanyahu; deve dirlo con i fatti e non con le chiacchiere in cui, effettivamente, eccelle”.
Per il momento il Libano non sta rispondendo agli attacchi, ma teme che questo possa succedere nei prossimi giorni e che si apra un conflitto ancora più grave?
“Hezbollah credo che lo farà appena ne sarà capace, con l’aiuto dell’Iran che non può perdere la faccia di protettore degli sciiti libanesi, pur cercando di rimanere ufficialmente fuori da un conflitto che Teheran non ha interesse a scatenare. Una dura rappresaglia di Hezbollah potrebbe, però, scatenare una escalation ancora più forte, un’invasione di terra israeliana, che è proprio quello che Netanyahu e i generali israeliani vogliono. In tal caso, dovremmo solo sperare che Teheran non cada nella trappola perché altrimenti esploderebbe l’intero Medio Oriente”.
Intanto si parla meno di quel che succede a Gaza, ma anche lì la situazione è drammatica: il mondo rischia di scordarsi, con l’operazione in corso in Libano, di ciò che sta avvenendo nella Striscia?
“Di certo noi non dimentichiamo e, in ogni occasione possibile, denunciamo il genocidio di donne e bambini in corso nella Striscia. Come definire altrimenti l’azione di un esercito che ha ucciso in un anno almeno 17mila bambini, di cui oltre duemila sotto i due anni e molti di questi presentano ferite alla testa e al petto, che fanno pensare ad azioni deliberate di cecchini israeliani, come afferma un noto medico Usa che ha operato a Gaza in questi mesi terribili? Come definire la scelta di lasciar morire di fame, sete e malattie milioni di profughi, bombardando le loro tendopoli e sparando contro di loro quando si mettono in fila per un tozzo di pane? Chi si volta dall’altra è complice”.