“Meloni deve avere più coraggio, ora sanzioni e stop alle armi a Israele”: parla Marton (M5S)

Dopo il nuovo attacco alle basi Unifil di Israele parla il senatore M5S Bruno Marton: "Meloni deve avere più coraggio".

“Meloni deve avere più coraggio, ora sanzioni e stop alle armi a Israele”: parla Marton (M5S)

Israele ha attaccato di nuovo le postazioni Unifil. Bruno Marton, senatore del Movimento 5 Stelle, è la classica goccia che fa traboccare il vaso? Ciò che sta facendo Netanyahu non è più tollerabile?
“Credo sia in preda di una sorta di delirio di onnipotenza, la dichiarazione fatta “IDF ha ordinato ai soldati ONU di rimanere nei Bunker” lo dimostra ampiamente. Analoghi crimini di guerra sono accaduti in passato ad opera di milizie irregolari in Bosnia o in Somalia negli anni ’90. Non è tollerabile che un Paese amico e alleato come Israele attacchi deliberatamente i caschi blu dell’Onu rischiando di uccidere militari europei e italiani allo scopo di intimidire il contingente Onu per farlo sloggiare. Pensi che ho ricevuto messaggi dal personale in Libano che dichiarava di aver paura dell’esercito di Israele invece che temere i terroristi di Hezbollah, l’ho detto ai ministri in audizione, agghiacciante!”,

A suo giudizio è stata adeguata la risposta del ministro Crosetto?
“Crosetto secondo me si sta trattenendo… vorrebbe andare ben oltre le sole dichiarazioni che ha fatto. Ma mi ha dato fastidio che abbia parlato solo ora di “crimini di guerra” e non per i 42 mila civili di cui 16 bambini sterminati nella Striscia di Gaza”.

E invece come giudica la posizione di Meloni: è stata troppo timida?
“La Presidente del Consiglio appare troppo accondiscendente e tollerante, timida è un eufemismo, avrei altre definizioni che non sono eleganti. Meloni si è limitata a una protesta puramente formale con una nota di Palazzo Chigi e una cerimoniosa convocazione dell’ambasciatore Israeliano. Da un anno aspettiamo dalla presidente del Consiglio una parola chiara di condanna del criminale di guerra Netanyahu e soprattutto atti concreti, non parole che non servono a nulla”.

Cosa dovrebbe fare l’Italia adesso?
“Avere il coraggio di intraprendere azioni concrete di pressione sul governo criminale di Netanyahu: richiamare l’ambasciatore, smettere di vendere e acquistare armi a e da Israele, proporre sanzioni commerciali al prossimo consiglio Europeo”.

Crede che l’Unione europea e gli Stati Uniti dovrebbero prendere posizione più nettamente di fronte agli attacchi alle postazioni Unifil? Perché von der Leyen e Biden non condannano con più forza quanto avvenuto e non agiscono di conseguenza?
“L’Ue è assente, non ha una politica estera comune, lo diciamo ormai da anni: l’ex ministra della Difesa tedesca Von der Leyen ha dimostrato di essere una guerrafondaia più adatta a dirigere la Nato che l’Ue. Gli stati Uniti hanno detto qualche parola di condanna ma rimangono fermamente al fianco del governo Netanyahu, lo ritengono un alleato strategico e imprescindibile in quel quadrante geopolitico. Inoltre Biden e Harris in questo momento di campagna elettorale non possono permettersi di mostrarsi freddi verso Israele, per non lasciare spazio alla retorica di Trump: c’è da dire che Netanyahu, come molti geni del male, è stato molto bravo a scegliere il momento storico ideale per fare quello che sta facendo”.

Ritiene che, in un modo o nell’altro, questi episodi possano realmente rappresentare una svolta nei rapporti tra Occidente e Israele su questo conflitto?
“Una svolta è necessaria, non si può far passare il concetto che uno Stato possa attaccare postazioni Onu e uscirne indenne senza alcuna conseguenza. C’è da dire che il popolo di Israele non merita quel governo”.

A livello internazionale crede che ci siano due pesi e due misure, pensando a quanto successo in Ucraina e alla situazione in Medio Oriente?
“Mi sembra evidente. Nei confronti della Russia ci sono state, giustamente, reazioni veloci dell’Europa che di solito è lentissima, sanzioni alla Russia e supporto all’Ucraina, ad Israele viene permesso tutto, è vergognoso quello che succede a Gaza, per non dimenticare gli attacchi in stile “terrorista” facendo esplodere cercapersone, uccisioni in territori di altri stati, se questo non è un comportamento criminale non so veramente trovare un aggettivo adeguato. Sarà la storia a giudicare l’ipocrisia di un Occidente che decide di volta in volta quale criminale sostenere e quale combattere”.