Sarà solo il primo round, ma servirà a capire cosa Giorgia Meloni può portare a casa nella partita dei vertici europei che si apre oggi. La presidente del Consiglio vuole far pesare il suo successo elettorale a Bruxelles, ma non sarà facile considerando che Fratelli d’Italia resterà fuori dalla maggioranza con i Conservatori europei.
Meloni ha detto chiaramente che vuole un ruolo di primo piano. Difficile poterlo avere nella trattativa tra i leader, a partire dalla presidenza della Commissione che – come ha sottolineato lei stessa – verrà indicata all’interno del Partito Popolare. Per l’Italia, invece, punta su un commissario di peso e sulla vicepresidenza dell’esecutivo Ue.
La cena informale dei leader sarà solo l’inizio, ma non è da escludere che questa volta si chiuda presto, magari già a fine mese. Anche se a Meloni non dispiacerebbe aspettare l’esito del risultato in Francia, sperando che Emmanuel Macron ne esca più debole e le destre più forti.
Meloni vuole pesare in Ue: i candidati alla Commissione e i ruoli a cui punta
Dalla maggioranza assicurano che non si è ancora parlato di nomi, ma qualche ipotesi sta già circolando. Sicuramente un nome in ballo è quello di Raffaele Fitto, conosciuto in Ue e che oggi segue i dossier europei e il Pnrr. Una sua nomina, però, aprirebbe a un rimpasto di governo che Meloni vuole evitare.
Stesso discorso per Giancarlo Giorgetti (che comunque si è già tirato indietro, almeno pubblicamente) e Antonio Tajani. Il suo nome, però, sarebbe spendibile in caso di mancato accordo su Ursula von der Leyen alla presidenza, essendo il vicepremier un esponente del Ppe.
Un altro nome che torna sempre è quello di Elisabetta Belloni, capo dei servizi, soprattutto se l’Italia dovesse riuscire a ottenere l’Alto rappresentante per gli affari esteri. Un ruolo di peso, ma che non è l’obiettivo primario di Meloni. La presidente del Consiglio vorrebbe una casella più identitaria: la Concorrenza, per esempio, o il Mercato interno o ancora un nuovo ruolo dedicato ai Migranti.
Per la Concorrenza, però, ci vorrebbe probabilmente un tecnico, così come per altri possibili ruoli. Si era parlato di Vittorio Colao, ma oggi sembra escluso. In salita anche la strada per l’ex ministro dell’Economia Daniele Franco. Più probabile, invece, che si punti su Roberto Cingolani, che nel caso dovrebbe lasciare la guida di Leonardo. La partita si è appena aperta e per Meloni, nonostante il successo elettorale, non è per nulla semplice.