“Dubito che per un’opera così complessa, come la linea D della metropolitana, si possa avere l’apertura dei cantieri entro il 2030. Auspico che ciò accada, ma sono anche realista. Ritengo, anzi, che il sindaco stia facendo un annuncio poco credibile, come quelli che ha fatto quando, appena eletto, ha detto che la città sarebbe stata pulita entro Natale 2021 o, nel 2023, entro l’apertura delle scuole”. A dirlo è la consigliera e capogruppo del Movimento 5 Stelle Roma, Linda Meleo, raggiunta da La Notizia per commentare l’ennesimo annuncio del sindaco Roberto Gualtieri, che è tornato a parlare della Metro D, la quarta linea per la Capitale, quella che dovrebbe collegare la parte sud della città alla parte nord-est, dall’Eur fino a Montesacro-Talenti.
A Roma si parla di nuovo di metro D. Gualtieri aveva promesso in campagna elettorale di riprendere e rivedere un progetto che risale praticamente a un ventennio fa. Oggi lo ribadisce. Ma come stanno davvero le cose?
“La metro D è un’infrastruttura che serve assolutamente alla nostra città. Non è un caso che sia stata inserita nel PUMS – Piano Urbano della Mobilità Sostenibile – adottato dalla nostra Giunta M5S, quando io ero assessore, e poi confermato da quella del sindaco Gualtieri. Bene che lo si riprenda. Purtroppo, è stato per molto tempo in stand-by per un vecchio progetto di Partenariato Pubblico Privato fatto assolutamente male, attenzionato anche dall’ANAC, che appariva insostenibile per l’Amministrazione. Ora si parla di interlocuzioni con la vecchia impresa, inclusa in una nuova realtà. Speriamo solo che questa interlocuzione non conduca a soluzioni poco praticabili. Per opere così strategiche e di così grande portata, bisogna rimettere le attività tutte in mano pubblica”.
Il Campidoglio sembra non ritenere conveniente il piano originario e pare avere tante idee, ma confuse… Gualtieri ha dichiarato l’obiettivo di aprire i cantieri della linea D entro il 2030: è un risultato raggiungibile?
“Dubito che per un’opera così complessa si possa avere l’apertura dei cantieri entro il 2030. Ricordo che, per un percorso lineare e senza sorprese, bisogna chiudere il vecchio contratto, aggiornare il progetto con tutte le dovute analisi preliminari, adeguamenti normativi, valutazioni tecniche solo per citare alcune attività. Auspico che ciò accada, ma sono anche realista. Ritengo che il sindaco stia facendo un annuncio poco credibile, come quelli che ha fatto quando, appena eletto, ha detto che la città sarebbe stata pulita entro Natale 2021 o, nel 2023, entro l’apertura delle scuole”.
Come valuta il lavoro svolto finora da questa Giunta sul tema dei trasporti?
“Bisogna assolutamente lavorare con sempre più forza sul fronte delle infrastrutture su ferro, come appunto la linea D. C’è tanto da fare ancora, ma credo che con i progetti e le risorse lasciati dalla Giunta Raggi, come le tante tranvie (ricordo, tra le altre, la TVA o quella di viale Palmiro Togliatti), o le manutenzioni per le metropolitane, la strada è senz’altro meno ripida. Bisogna accelerare sul rinnovo del parco bus di Atac, sul quale sembra ci siano problemi negli approvvigionamenti. Auspico, poi, che ci sia una maggiore attenzione sulla sicurezza stradale e sulla mobilità sostenibile: in due anni purtroppo non è stato realizzato neanche una nuova corsia preferenziale per i bus, che tanto servirebbe per migliorare il TPL, o nuove piste ciclabili o pedonalizzazioni. Zero iniziative sulla sicurezza stradale, anche sul fronte dell’educazione. Pensate che è stata anche abbandonata una iniziativa come “Via Libera” che prevedeva un anello completamente pedonale e ciclabile per circa una volta al mese. Questo in una situazione di apparente disinteresse generale. Era un modo per restituire spazi ai cittadini, in sicurezza e con eventi dedicati anche ai bimbi”.
Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, ha dirottato i soldi destinati alle metro di Roma e di Firenze su Milano, dichiarando che “non ci sono soldi per tutti”…
“Purtroppo, il ministro Salvini evidentemente non ha chiare quali dovrebbero essere le priorità del sistema Paese e si muove in maniera maldestra su temi che, invece, meriterebbero grande attenzione. Pensare che il Paese tutto cresca concentrando investimenti al Nord, come in questo caso, oppure dedicando miliardi su un’unica opera come il Ponte sullo Stretto, drenando risorse a progetti infrastrutturali di più piccola taglia ma che avrebbero impatti positivi, è un grande errore. E poco serve poi fare del Sud un’unica ZES (Zona Economica Speciale, ndr), snaturando lo strumento e ponendo, a mio avviso, questioni anche in ambito europeo, se poi non si fanno politiche pubbliche coerenti in termini di infrastrutture”.