Medio Oriente, l’esercito di Netanyahu colpisce un convoglio di camion che trasportava aiuti umanitari e scatena le proteste dell’Onu

Medio Oriente, l'esercito di Netanyahu colpisce un convoglio di camion che trasportava aiuti umanitari e scatena le proteste dell'Onu

Medio Oriente, l’esercito di Netanyahu colpisce un convoglio di camion che trasportava aiuti umanitari e scatena le proteste dell’Onu

Passano i mesi, ma in Medio Oriente non si arrestano gli “incidenti”, come spesso vengono definiti dall’esercito dello Stato ebraico (Idf), ai danni dei volontari che quotidianamente mettono a rischio la propria vita per aiutare i civili palestinesi e libanesi. A denunciare l’ennesimo episodio è stato il portavoce delle Nazioni Unite, Stéphane Dujarric, secondo cui le truppe di Benjamin Netanyahu hanno attaccato 14 dei 20 camion di un convoglio proveniente dal valico israeliano di Kissufim e diretto al magazzino di Deir Al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza. Il convoglio trasportava cibo e aiuti umanitari.

Un blitz, definito con amarezza dal portavoce come “ormai di routine”, ha ferito tre guidatori e causato il saccheggio dei mezzi da parte di civili affamati. Le ondate di attacchi dell’esercito israeliano hanno colpito anche il Libano, in particolare la periferia sud di Beirut, considerata una roccaforte di Hezbollah, causando almeno 12 vittime e ingenti danni ad alcune strutture. Il raid aereo, come consuetudine, è stato giustificato dalle truppe di Tel Aviv come un attacco contro “centri di comando dei terroristi”, mentre le milizie filo-iraniane negano questa versione, parlando di un “attacco deliberato ai civili libanesi”.

Sempre in Libano, è stato distrutto anche il centro della protezione civile del Paese, nei pressi della città di Baalbek, nel governatorato di Baalbek-Hermel, provocando diverse vittime, cinque delle quali erano soccorritori. Ma non è tutto: come accade da settimane, l’aviazione israeliana ha colpito anche la Cisgiordania, causando numerose vittime e scatenando l’ira delle Nazioni Unite. L’organizzazione internazionale ha denunciato che le forze israeliane “continuano a usare tattiche letali che sembrano andare oltre gli standard delle misure di sicurezza”, con le demolizioni illegali degli insediamenti palestinesi e delle infrastrutture, che “continuano a ostacolare l’accesso della popolazione a servizi vitali”.

Si svegliano i democratici americani

Questa serie di barbarie sembra aver irritato circa 90 parlamentari del partito democratico statunitense, i quali hanno inviato una lettera al presidente uscente, Joe Biden, chiedendo di sanzionare due ministri israeliani di estrema destra: il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, e il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, accusati di aver “incentivato” la violenza contro i palestinesi in Cisgiordania.

L’agenzia di stampa Axios, citando funzionari statunitensi anonimi, ha riportato la notizia. Gli stessi funzionari hanno rivelato che, pur essendo rimasto molto colpito dalle azioni brutali dell’Idf e dei coloni israeliani, Biden avrebbe rigettato la richiesta di sanzioni.

Spiragli di pace in Medio Oriente

Davanti a questa ondata di violenze e con l’insediamento di Trump alla Casa Bianca ormai vicino, sia Hamas che Hezbollah sembrano considerare la possibilità di porre fine al conflitto in Medio Oriente, temendo che la situazione possa ulteriormente peggiorare. Per quanto riguarda i combattenti filo-iraniani del Libano, il gruppo dirigente ha annunciato che “esaminerà i punti chiave della bozza della proposta di cessate il fuoco” formulata dal governo Netanyahu, già approvata da Trump. Dopo l’esame, la bozza sarà sottoposta al presidente del Parlamento libanese, Nabih Berri. Questa mossa ha soddisfatto l’Iran, che da tempo cerca di evitare uno scontro diretto con Israele. Ali Larijani, alto consigliere della Guida suprema della Repubblica islamica, Ali Khamenei, ha dichiarato: “Siamo pronti a sostenere qualsiasi decisione presa dal governo libanese e da Hezbollah”.

Temendo di restare isolati, anche i militanti di Hamas si sono dichiarati “pronti” a trattare il cessate il fuoco, chiedendo a Trump di “fare pressione su Netanyahu” per accettare la tregua.

Lo scoop di Axios: “Israele ha colpito un sito di ricerca nucleare segreto in Iran”

Intanto, Axios ha cercato di spiegare perché l’Iran, nonostante le minacce, sia tanto interessato a evitare l’allargamento del conflitto. Secondo l’agenzia, durante un attacco israeliano del 25 ottobre scorso, Teheran avrebbe subito danni più gravi di quanto trapelato finora. L’Idf avrebbe distrutto, oltre a diverse basi militari e lanciatori di missili a lunga gittata, anche un impianto di ricerca nucleare clandestino a Parchin.

Questo avrebbe inflitto un duro colpo agli sforzi di Teheran per riprendere la ricerca nucleare a scopo militare. L’attacco, evidentemente, intendeva dimostrare la capacità delle truppe di Netanyahu di colpire l’Iran ovunque e in qualunque modo.