Dopo l’ottimismo dei mediatori del Cairo per un possibile accordo di pace in Medio Oriente, da Hamas è arrivata la doccia fredda. Con un duro comunicato, il gruppo terroristico palestinese ha ufficialmente respinto l’ultima proposta di accordo avanzata dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Secondo quanto si legge nel documento, la bozza di accordo “non soddisfa nessuna richiesta avanzata dal gruppo”.
Hamas ha affermato di avere ricevuto la proposta tramite mediatori egiziani, qatarioti e americani. Pur precisando di avere apprezzato lo sforzo, il movimento ha affermato che Israele non ha compiuto passi ritenuti sufficienti: “Rimane testardo e non ha risposto a nessuna delle richieste del nostro popolo e della nostra resistenza”. Malgrado questo intoppo, i miliziani si sono detti “desiderosi di raggiungere un accordo che ponga fine all’aggressione contro il popolo” palestinese.
Netanyahu assicura: la guerra in Medio Oriente continua
Peccato che la pace sia sempre più lontana. Anzi in queste ore, con un video pubblicato su Telegram, Netanyahu ha spiegato che “l’offensiva di terra su Rafah è fissata”. Il primo ministro non ha precisato quale sarà la data esatta dell’attacco limitandosi a dire, contro il parere dell’intera comunità internazionale, che “l’ingresso a Rafah” è necessario per una “vittoria completa su Hamas”.
Si tratta di dichiarazioni chiaramente in risposta al ministro israeliano per la Sicurezza nazionale e leader della destra, Itamar Ben Gvir, che aveva avvertito Netanyahu che se avesse abbandonato l’intenzione di attaccare Rafah, citta dove risiedono 1,5 milioni di abitanti, allora si sarebbe tornati a elezioni. L’esatto opposto di quanto chiesto dall’amministrazione di Joe Biden che, ormai da settimane, chiede a Netanyahu di rinunciare all’offensiva sulla città e di tornare al tavolo delle trattative per trovare un’uscita dal conflitto.