L’unica certezza, dopo settimane incredibili condotte tra preoccupazione, ansia e indecisione all’interno del Movimento cinque stelle, è che i lavori per risolvere lo scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte proseguono a oltranza. Segno che la volontà di giungere a una mediazione c’è, ma che la stessa non è poi così scontata. Ed è per questa ragione che i tempi stretti di cui pure aveva parlato Grillo, difficilmente verranno assicurati. Il lavoro del Comitato dei 7 per limare le differenze su nuovo Statuto, Carta dei valori e Codice etico andrà avanti dunque per più di tre giorni.
Nella “camera di compensazione”, infatti, ci sono due ministri, Luigi Di Maio e Stefano Patuanelli (nella foto insieme), il presidente della Camera, Roberto Fico, i capigruppo di Camera e Senato, Davide Crippa ed Ettore Licheri, la capodelegazione al Parlamento europeo, Tiziana Beghin, e il senatore Vito Crimi. Conciliare le agende e gli impegni per organizzare le riunioni, sebbene da remoto tramite Zoom, è comunque un’impresa titanica. Dunque, facendo due calcoli, considerata la mole di punti divergenti da sistemare, il timing si dilata. Difficile anche capire fino a che punto. Un’indicazione, ma non certo esaustiva, la fornisce il ministro Patuanelli: “Cercheremo di essere brevi, ma ovviamente il tempo necessario ce lo prenderemo tutto”.
ONOREVOLE CALL. Intanto ieri a fare il punto sullo stato dell’arte è stato Ettore Licheri che, in un breve summit online nel primo pomeriggio, ha ragguagliato il gruppo parlamentare di Palazzo Madama. Due i punti su cui il capogruppo ha premuto: si continua a lavorare a oltranza, ma restano differenti visioni sul perimetro di potere tra capo politico e garante. Insomma, la quadra è da trovare sugli equilibri tra le diverse autorità interne al Movimento. Nessun cenno, invece, allo statuto che di fatto resta ancora top-secret per gli stessi parlamentari. La riunione, però, ha avuto anche il “merito” di rendere chiare le posizioni interne ai senatori cinque stelle.
Tra i vari interventi che nel corso della riunione pomeridiana si sono susseguiti molto apprezzato è stato quello di Danilo Toninelli (uno dei 19 senatori firmatari dell’appello rivolto a Conte per lavorare a una mediazione con Grillo): “Vorrei che la discussione non fosse impostata sullo Statuto di Grillo contro lo Statuto di Conte, ma sullo Statuto del Movimento 5 Stelle”, avrebbe sottolineato l’ex ministro il quale avrebbe ribadito che, proprio per questa ragione, anche se non si dovesse trovare un accordo, il Movimento non potrà dirsi morto. Una posizione molto simile a quella espressa da Primo Di Nicola, il quale ha rimarcato la singolarità di uno statuto che riguarda tutti, ma che nessuno conosce. Non solo.
L’ex giornalista, forte della sua memoria storica da cronista, ha ribadito anche che una potenziale divisione sarebbe una catastrofe per lo stesso Conte, dato che i partiti “personalisti” non hanno mai avuto sorte buona. A prendere parola è stata anche la vicepresidente del Senato Paola Taverna che, da contiana convinta, ha chiesto che lo statuto dell’ex premier venga in ogni caso sottoposto al voto degli attivisti. Il confronto prosegue, dunque. Ma resta una stella polare comune a tutti: il bene del Movimento. E questo fa ben sperare. Almeno per ora.