L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha deciso di estendere “in via del tutto precauzionale e temporanea”, in attesa dei pronunciamenti dell’Ema (leggi la nota), il divieto di utilizzo del vaccino AstraZeneca Covid19 su tutto il territorio nazionale. La sospensione, della quale al momento è impossibile conoscere i tempi, mette a rischio la possibilità di rispettare i tempi della campagna vaccinale, che prevedono l’immunizzazione dell’80% degli italiani entro il 20 settembre.
Inoltre, in Italia dall’11 febbraio sono già state somministrate 1.093.000 dosi di AstraZeneca mentre un altro milione di dosi è stato consegnato ma non ancora somministrato. La decisione arrivata ieri è “in linea con quanto deciso da altri Paesi europei” – cioè Germania, Francia e Spagna (leggi l’articolo) – anticipati da Danimarca, Norvegia, Bulgaria, Islanda, Irlanda, Paesi Bassi. L’Agenzia Europea per i medicinali ha ribadito più volte, negli ultimi giorni, che il vaccino AstraZeneca è da considerarsi sicuro e che “i benefici superano sempre i rischi” ma in ogni caso la sua reputazione, se non quasi del tutto compromessa, ha subito sicuramente un contraccolpo non indifferente.
Il danno di immagine c’è stato, inutile negarlo, come del resto c’è stato per le Istituzioni europee che hanno trattato i contratti di fornitura con le Big pharma: “L’Europa ha commesso degli errori nell’ordinazione dei vaccini, a Bruxelles, come negli Stati membri”, è l’ammissione nientedimeno che del vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans (nella foto), parlando al quotidiano tedesco Tagesspiegel.
“Sono pronto alla fine della pandemia a fare un bilancio. A quel punto si potrà vedere cosa abbiamo fatto di giusto e cosa di sbagliato”, continua nell’intervista il vice di Ursula Von Der Leyen, ma è l’unico a fare mea culpa visto che il portavoce dell’Esecutivo comunitario, Eric Mamer, si è precipitato a rettificarne le parole, chiarendo che “Se ci sono cose che potevano essere migliorate, non è al momento dell’acquisto dei vaccini anti Covid, ma al momento della messa in opera dei contratti e dell’aumento della capacità produttiva. Questa è la posizione della Commissione europea”.
Insomma, si prova a metterci una pezza scaricando del tutto la responsabilità sui produttori del vaccino ma le pecche e gli errori di valutazione anche da parte delle Istituzioni comunitarie sono sotto gli occhi di tutti.