“Nuovo palinsesto Rai, non ci siamo”. Parla Loris Mazzetti: “Su Nove Sergio sbaglia, è già un concorrente”

Per l'ex capostruttura Rai e autore Loris Mazzetti il palinsesto 2024 della Rai è povero e per alcune scelte anche sbagliato.

“Nuovo palinsesto Rai, non ci siamo”. Parla Loris Mazzetti: “Su Nove Sergio sbaglia, è già un concorrente”

Giornalista, autore, saggista, già capostruttura Rai, storico collaboratore di Enzo Biagi e Fabio Fazio, Loris Mazzetti è uno che Viale Mazzini la conosce a fondo. Quindi chi meglio di lui può farci un’analisi dei nuovi palinsesti Rai presentati ieri?

Mazzetti, da dove vogliamo iniziare?
Partiamo dalle assenze: un palinsesto della Rai, già decimato l’anno scorso, privo di Fiorello e Amadeus (passato a La Nove, ndr), mi pare che non ci siamo per niente… È molto grave nell’ottica dell’intrattenimento. Sono due grandi professionisti. Amadeus l’ha dimostrato in cinque anni di Sanremo, Fiorello non devo essere io a parlarne.

Però l’Ad Rai, Roberto Sergio ha detto che non vede La Nove come un concorrente…
La Nove è già un concorrente, perché l’arrivo di Fabio Fazio ha acceso la televisione che molti non conoscevano. Basta vedere gli ascolti, quanto vale Fazio la domenica? E quanto tira su lo share serale nell’intera settimana? Fazio ha dato un imprimatur di credibilità a La Nove. Il rischio reale è che la Rai perda pubblico. Ma sono quelle cose che si leggono alla distanza.

Quindi Sergio sbaglia?
Uno che fa le affermazioni che ha fatto Sergio, non è un uomo di prodotto. Lui arriva da Lottomatica, poi da Rai Pubblicità, dove andava benissimo… Ognuno però deve fare il suo mestiere. Ma poi la politica fa diventare tutti degli dei!

Il “fattore Fazio” può ripetersi con Amadeus?
Sicuramente. Anzi! Con lui – e con qualche incursione di Fiorello, che non mancherà – la Nove ha fatto bingo. E poi andremo a leggerlo sul fronte della pubblicità.

Tra l’altro questo è il primo anno in cui la Rai si presenta seconda negli ascolti della media giornaliera, battuta da Mediaset, cosa mai successo prima…
Tra Rai e Mediaset c’è sempre stato un tacito accordo sul fatto che la Rai dovesse vincere nell’ascolto in generale e Mediaset nel target che aderisce gli acquisti nella famiglia. Questo perché così entrambi si portano a casa la pubblicità. Una verità ribadita recentemente anche da Pier Silvio Berlusconi alla presentazione dei suoi palinsesti. Ora, a causa anche dalla proposta di Matteo Salvini di togliere il canone e alzare il tetto pubblicitario, quell’equilibrio si è rotto. Una “novità” biasimata anche da Pier Silvio.

Viale Mazzini punta molto su Stefano De Martino per Rai 1, è la scelta giusta?
È un buon professionista ed è perfetto per il target di Rai 2. La sua comicità e il suo indotto, come Francesco Paoloantoni, però è da Rai 2.

Ma ci sarà qualcosa di positivo nella programmazione…?
Sì, due: la festa a Caracalla per i 70 anni di quella grande professionista che è Fiorella Mannoia, che sarà in onda l’8 settembre. Conoscendo bene la “compagna” Mannoia, sono proprio curioso di sentire cosa racconterà l’8 settembre. L’altra è il programma giornaliero dato a Renzo Arbore e Gegè Telesforo. Anche se lì hanno sbagliato la fascia oraria: il preserale è del quiz. È un errore strategico, ma Arbore, che è un vecchio volpone, ce la farà.

Il Dg Rossi ha detto ieri che la censura in Rai non esiste, concorda?
La Rai che censura è talmente evidente, nei fatti. Ma la censura non è solo togliere un programma alla Bortone dove si parla di politica, è anche non dire certe cose, non dare spazio a certe notizie. C’è un problema legato ai Tg e agli approfondimenti. Salvo i programmi di Riccardo Iacona, Sigfrido Ranucci e Marco Da Milano, ma sono foglie di fico. Altra cosa grave è che abbiano annunciato come una novità il programma di Roberto Saviano, un programma fatto e pagato dalla Rai l’anno scorso e tenuto in un cassetto. Mi auguro che oltre alle quattro puntate che la Rai aveva già in teca, ce ne siano altre quattro, altrimenti è una presa in giro.

E poi ci sono i 70 anni della Rai, non sembra che abbiano previsto molto…
Oggi mi hanno raccontato di un documentario sulla storia televisiva di Sergio Zavoli che sarà presentato la prossima settimana al Senato. Bene, quel programma, su un gigante della tv italiana, non è stato acquistato dalla Rai, perché ‘non ci sono i soldi’… Ed è assurdo rinunciare a Zavoli nell’anno in cui si celebrano i 70 anni della Rai e quando presenti un palinsesto senza novità. Se fai una scelta del genere, dimostri di non essere né astuto né intelligente…

In compenso hanno dato un programma all’ex portavoce della premier di Giorgia Meloni, Roberto Sechi…
Accadono cose mai successe, ma io non mi meraviglio affatto. Però sono fiducioso.

Per fortuna… Perché?
L’Ue ha emanato una direttiva per la quale dal 2025 le televisioni del servizio pubblico non potranno più essere controllate dai partiti e dalla politica. Qualcosa dovrà cambiare per forza. La Rai ha rimandato le nomine del nuovo Cda a settembre, ma secondo me questo sarà un cda che durerà meno di un anno. TeleMeloni dovrebbe affrontare questa problematica, di fare una nuova legge. Ne avrebbe una pronta, quella di Gentiloni, che prevede di sottoporre la Rai a una fondazione. Prima o poi il governo dovrà agire.