Le mazzette per i funzionari della Motorizzazione di Palermo venivano nascoste nelle pratiche: poi, le banconote venivano contate in bagno. A immortalare il giro di corruzione sono state le telecamere installate dalla polizia stradale: le immagini filmante hanno restituito alle autorità il quadro di una realtà allucinante.
Mazzette contate in bagno alla Motorizzazione di Palermo
Il giro di affari sul quale si articolava il sistema corruttivo riguardava l’immatricolazione delle auto straniere. A seguito della scoperta, nei giorni scorsi, sette funzionari e tredici titolari di agenzie di disbrigo pratiche sono stati arrestati e messi ai domiciliari. Tra i funzionari corrotti c’è Luigi Costa. Gli uomini della polizia stradale hanno trovato l’uomo in possesso di 590 mila euro in contanti, nascosti dietro gli armadi, nei cappucci di alcune felpe. Costa è uno dei soggetti che compare nelle fotografie che il pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis ha deciso di allegare all’atto di accusa.
“È emerso un quadro sconfortante di stabile asservimento delle funzioni pubbliche attribuite ai funzionari in servizio presso la Motorizzazione agli interessi privati, e in particolare, dei titolari di alcune agenzie, che corrispondevano regolarmente somme di denaro a titolo di corrispettivo per l’evasione di pratiche irregolari”. È quanto scritto dal gip Filippo Serio in merito al caso.
L’indagine si basa su una “consuetudine” finita sotto inchiesta per ben sei volte in un arco temporale che copre quasi un trentennio. Come dimostrano le verifiche condotte dalle forze dell’ordine, negli ultimi 27 anni, le tangenti hanno regolarmente preso la via della Motorizzazione di Palermo.
Le telecamere della polizia inchiodano i funzionari corrotti
Dagli indagati, le mazzette venivano chiamate “stipendio” e potevano raggiungere anche un importo di 600 euro a settimana. Pur di accaparrarsi il guadagno extra, i funzionari corrotti arrivavano anche a mettere a sistema dati falsi nella più totale impunità. Oltre a Costa, ai domiciliari sono finiti anche Giuseppe Palermo, Rosario Crapa, Giuseppe Gullo,Giovanni Genova, Alfredo Caruso e Giuseppe Calabrese.
Stando a quanto emerso dalle intercettazioni, Costa ha più volte invitato i colleghi a stare attenti. “Vabbè ci sono le telecamere dentro… microspie… audio video… già ci è bastato la prima volta… abbiamo già dato… dobbiamo stare attenti noialtri. Nella macchina non parlare, capito?”.
Nonostante gli avvertimenti, i poliziotti sono comunque riusciti a filmare tutto e incastrare i corrotti.
Estremamente gravi e drammatiche, poi, pure le parole pronunciate da alcuni titolari di agenzie coinvolti nel traffico che sono state diffuse dalle autorità. “Siccome mi ha dato qualcosa in più, mi ha fatto omologazioni, è giusto che… perché qua. Se non fai così, non si va avanti. Che vuoi fare?”, ha detto uno degli indagati, rivolgendosi a un gruppo di funzionari.