I sondaggi mettono paura a Theresa May, penalizzata dalla minaccia del terrorismo. La premier in carica ha subito le critiche per aver tagliato le spese di polizia quando era ministra: il leader dei laburisti, Jeremy Corbyn, sta cavalcando il problema, mettendo in secondo piano la questione Brexit, il cavallo di battaglia dei coservatori. Ora la May ha alzato i toni e contro il terrorismo ha scandito: “Se servono a fermarlo, calpesterò anche le leggi che proteggono i diritti umani”. Mentre il ministro degli Esteri, Boris Johnson, ha attaccato duramente gli avversari: “Corbyn è stato per 30 anni amico dei terroristi di mezzo mondo”.
I laburisti, improvvisamente ringalluzziti, hanno anche rilanciato il loro programma, basato su un piano di investimenti per stimolare l’economia e migliorare il welfare. “Ci hanno sottovalutati”, ha provocato Corbyn in uno degli incontri organizzati in campagna elettorale. Certo alle ultime elezioni i sondaggi non si sono rivelati così precisi: David Cameron era dato in difficoltà e invece riuscì a conquistare uno straripante successo, dissipato con il referendum sulla Brexit. Tuttavia, il trend di recupero del centrosinistra è in corso: il pericolo maggiore per la May è quello di una vittoria monca, ossia senza una maggioranza tale da garantirle stabilità. A quel punto la strada sarebbe quella di una coalizione con lo Scottish National Party, che però presenterebbe un conto pesante: la secessione scozzese. Per questo la premier mostra i muscoli contro quel terrorismo che la sta indebolendo.