Maxi operazione nel Cosentino contro la ‘Ndragheta: le forze dell’ordine guidate dalla Dda di Catanzaro hanno arrestato oltre 200 persone tra le quali figura anche il sidaco di Rende, l’avvocato Marcello Manna, già indagato per corruzione.
Maxi operazione nel Cosentino contro la ‘Ndrangheta: coinvolto anche Marcello Manna, il sindaco di Rende è ai domiciliari
La maxi operazione contro la ‘ndrangheta scattata all’alba di giovedì 1° settembre e affidata ai carabinieri, dalla polizia e dalla guardia di finanza coordinanti dalla Dda di Catanzaro ha portato all’arresto di 202 persone. Tra gli indagati finiti in manette c’è anche l’avvocato Marcello Manna, sindaco di Rende e presidente dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci) della Calabria. Per quanto riguarda Manna, che risulta già indagato per corruzione, non sono ancora stati rivelati i motivi dell’arresto: non è, infatti, noto se i capi d’accusa riguardino il suo ruolo di amministratore o quello di professionista. Al momento, il primo cittadino di Rende è stato posto ai domiciliari.
Nella maxi operazione contro la ‘ndrangheta sono coinvolti amministratori locali, professionisti, esponenti della criminalità organizzata e imprenditori di Cosenza.
Arrestate oltre 200 persone e sequestrati beni per più di 72 milioni di euro
In relazione al blitz, è stato riferito che l’inchiesta è stata condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, dalle Squadre mobili di Cosenza e Catanzaro e dalla Sco, dl Gico di Catanzaro, dai finanzieri del Comando provinciale di Cosenza e dal Nucleo di polizia economica finanziaria di Reggio Calabria e dallo Scico della Guardia di finanza.
I soggetti posti in stato di fermo e soggetti a ordinanze di custodia cautelare, secondo l’accusa, risultano essere responsabili a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, organizzazione illecita di giochi anche d’azzardo e di scommesse, di trasferimento fraudolento di beni e valori e di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Contestualmente agli arresti, il magistrato ha disposto anche il sequestro preventivo d’urgenza di aziende, mobili registrati, beni immobili e società riconducibili a buona parte degli indagati. I beni sequestrati hanno un valore pari a oltre 72 milioni di euro. Il sequestro preventivo d’urgenza dovrà essere sottoposto all’esame del Giudice per le Indagini Preliminari.