Una maxi operazione contro la ‘ndrangheta, coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro, è in corso da questa notte in tutta Italia e vede impegnati oltre 300 uomini della Direzione Investigativa Antimafia e dei reparti investigativi di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Numerose le misure cautelari eseguite (13 in carcere e 35 ai domiciliari) nei confronti dei maggiori esponenti delle ‘ndrine più importanti di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro, come “Bonaventura” “Aracri”, “Arena” e “Grande Aracri”, nonché di imprenditori, politici ed esponenti della pubblica amministrazione collusi con le organizzazioni criminali.
Oltre alle misure cautelari, la Procura della Repubblica di Catanzaro ha disposto l’esecuzione di numerosi sequestri di beni costituiti da compendi aziendali, immobili, autoveicoli, conti correnti bancari e postali. Nel corso delle indagini è stata accertata la movimentazione illecita di denaro per un valore di oltre trecento milioni di euro.
Tra gli indagati in stato di libertà c’è anche il segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa (nella foto), con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. L’abitazione romana del parlamentare è stata perquisita stamane dagli investigatori della Dia. Cesa ha confermati di aver ricevuto “un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017”. “Mi ritengo totalmente estraneo – ha detto il segretario dell’Ud -, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla Procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale, con effetto immediato”.
E’ finito ai domiciliari, invece, l’assessore al Bilancio della Regione Calabria e segretario regionale dell’Udc, Francesco Talarico. L’esponente calabrese in passato aveva ricoperto la carica di presidente del Consiglio regionale della Calabria oltre che di consigliere provinciale di Catanzaro e consigliere regionale.