Mauro Gioia, chi è l’attore teatrale e direttore di documentari che sarà al Teatro Viviani di Napoli con Ossessione napoletana?
Mauro Gioia: età, carriera e Ossessione napoletana
Mauro Gioia è nato il 4 maggio 1966 a Milano ma ha trascorso la sua infanzia a Napoli e si è poi trasferito a Parigi. Non si hanno molte informazioni sull’attore teatrale e, per quanto riguarda la sua carriera e le sue esperienze personali, queste possono essere ricavate perlopiù da un’intervista rilasciata a la Repubblica.
Al quotidiano, infatti, rispetto al suo rapporto con Napoli e Parigi, Gioia ha raccontato: “Parigi mi ha adottato nel 1994, per fortuna. La mia Piedigrotta venne selezionata al Festival di Nantes e feci una tournée felice: dal Théâtre de la Bastille all’ Odéon. Mi sono innamorato del loro modo di vivere, della città. Esempio: possiedo una card che c osta 18 euro al mese e posso vedere tutti i film che voglio in cinquecento sale. Inizio al mattino: accompagno mia figlia di sei anni a scuola e vedo quel che mi pare, dai documentari turchi ai blockbuster Usa. Cammino ovunque, frequento i musei, adoro lo humour dei francesi, le loro donne meravigliose. Una è diventata la mia signora. Nei teatri, poi, ci sono circa 180 debutti a settimana… Napoli ha un’enorme tradizione teatrale però Parigi è la città del teatro”.
Dall’8 al 10 aprile 2022, Mauro Gioia sarà al Teatro Viviani di Napoli con Ossessione napoletana, al fianco di Maria De Medeiros.
Carriera musicale, Nino Rota e documentari
Per quanto riguarda la sua carriera, l’attore ha spiegato: “Ho iniziato a esibirmi a 15 anni durante la Vesuwave con la band Underskirt Presence. Ci sciogliemmo nell’84 dopo aver fatto concerti da spalla agli americani Gun Club. Eravamo legati alla no-wave di New York, Arto Lindsay era un idolo. Fondai la cover band Helter Skelter, suonavamo al Diamond Dogs e al Velvet, facevamo repertori psichedelici. I look erano legati all’estetica dei musicisti più amati: compravo giacche extralarge come David Byrne dei Talking Heads. Poi ebbi la folgorazione per Tom Waits e osai nei primi esperimenti di scrittura in italiano. Tutto si è interrotto con l’illuminazione che ho avuto per la canzone napoletana”.
Marco Gioia non si è cimentato soltanto con la musica o con il teatro ma ha diretto anche alcuni documentari: “È stato emozionante girare in camper per raccontare la vita del compositore Nino Rota, al quale dedicai pure uno spettacolo musicale, in compagnia di suo nipote Jean Blancheart. Poi ne ho fatto uno sugli italoamericani, a cui si ispirò il concerto “Lostland”, che è diventato un album. Adesso voglio lavorare sul pioniere del disco, Fred Gaisberg, che il 28 giugno 1900 sbarcò a Napoli. Lui è l’uomo che al Grand Hotel di Milano registrò il canto di Enrico Caruso in ‘Pagliacci’. Il tenore napoletano volle un cachet di cento sterline: ne furono vendute un milione di copie”.
Vita privata, moglie e figli dell’attore teatrale Marco Gioia
In relazione alla sua vita privata, l’attore è sposato con una donna che di professione fa la giornalista. A proposito della moglie, Gioia ha raccontato: “Dirige un mensile femminista, si chiama ‘Causette‘. L’ho conosciuta a metà anni ’90. A Parigi ho vissuto fino al ’98. Sono tornato a Napoli spesso, e mi sono ristabilito in Francia nel 2002 quando Alfredo Arias, Nicola Piovani e Catherine Ranger mi vollero per la commedia musicale ‘Concha Bonita’. Alla fine avevo un grande magone, all’idea di dover lasciare Parigi e non avere più la possibilità di viverci. Invece nel 2007 ho iniziato l’avventura sul canzoniere di Nino Rota e da allora ho la mia residenza in città”.
Non è noto se la coppia abbia avuto figli.