di Stefano Sansonetti
Una storica Cassa si risparmio commissariata. Un fondo immobiliare messo in liquidazione. Un maxiprogetto edilizio milanese presentato nel 2009 in pompa magna e ancora oggi al palo. Infine terreni messi in vendita per cercare disperatamente di recuperare soldi, ma che nessuno sembra intenzionato a comprare. Non c’è che dire, gli ingredienti per un clamoroso pasticcio immobiliare ci sono tutti. Al centro della scena c’è MiLuce, il progetto che a Milano avrebbe dovuto sviluppare un centro residenziale di lusso in zona stazione Garibaldi. Ebbene, l’ultima novità in ordine di tempo è che Vegagest Immobiliare, la società di gestione del fondo che ha in pancia le aree, per la quarta volta cercherà di venderle. Il tutto, neanche a dirlo, a prezzi stracciati. Se a inizio anno il prezzo di base era stato fissato in 37 milioni di euro, infatti, adesso siamo arrivati a 19,5 (con un abbattimento del 47,3%).
LA VICENDA
Ma chi c’è dietro Vegagest Immobiliare? C’è una società di gestione del risparmio che si chiama Vegagest e che a sua volta fa capo, tra gli altri, a Cassa di Risparmio di Ferrara (31,8%), Cassa di Risparmio di San Miniato (23,5%), Cattolica Assicurazioni (17,7%) e Banca popolare di Bari (11,2%). Il fatto è che il 17 gennaio del 2013 il Tribunale di Milano ha messo in liquidazione il fondo Calatrava, ovvero il fondo di Vegagest Immobiliare che ha in pancia le aree. E che aree: si tratta di una superficie edificabile di 3.419 metri quadrati in zona stazione Garibaldi, più un immobile di 410 metri quadrati. La superficie complessiva sviluppabile è di 10.360 metri quadrati, all’interno dei quali 97 alloggi e 6 piani di parcheggi interrati, per totali 310 box. Insomma, sulla carta si tratterebbe di un bel boccone. Peccato che l’evoluzione del fondo Calatrava finisca anche nel mirino della procura di Milano per un’ipotesi di truffa proprio alla Carife. Banca che di suo non se la passa bene, se solo si considera che da diversi anni è sottoposta ad amministrazione straordinaria.
GLI SVILUPPI
La scorso giugno la Corte d’appello di Milano ha assolto tutti gli accusati di truffa ai danni della Cassa, che aveva finanziato l’operazione. Tra gli assolti i fratelli Aldo e Giorgio Magnoni (gruppo Sopaf) e gli imprenditori campani Dante e Luigi Siano. Tutti erano stati condannati in primo grado. Sta di fatto che l’intoppo giudiziario non ha fatto altro che aggravare lo sviluppo del progetto. E così, dopo la liquidazione del fondo, quest’anno sono partiti i tentativi di vendita. Erano stati chiesti 37 milioni di euro entro il 21 marzo scorso, scesi a 27,7 entro il 18 aprile e a 23,5 entro il 27 maggio. Ma nulla da fare. Finché nei giorni scorsi il liquidatore ha fatto l’ultimo tentativo: prezzo base a 19,5 milioni, con offerte da far arrivare entro il 12 gennaio 2015. Nel frattempo il superprogetto MiLuce ancora non si vede.
Twitter: @SSansonetti