Matteo Salvini non è già più capitano. Manca l’ufficialità e sarà un percorso lungo, sicuramente fino alle elezioni politiche del 2023, ma il segretario della Lega nelle prossime ore tenderà la mano all’ala governista del suo partito (Giorgetti e Fedriga in primis) chiedendo di tirarlo fuori dalle sabbie mobili in cui si è incagliato dall’estate del Papeete.
Salvini non è più l’uomo solo al comando. Ora chiede aiuto a Giorgetti, Zaia e Fedriga
L’uomo solo al comando, quello che per mesi ha tenuto al guinzaglio il centrodestra rivendicando il ruolo del padrone, già da mesi ha cominciato a cercare una sponda tornando scodinzolante da Silvio Berlusconi, chiedendogli di difenderlo dall’assalto di Giorgia Meloni che ogni giorno draga voti dalle sue insicurezze. Passata l’idea di “federarsi” con Forza Italia (un modo dolce per definire un’alleanza contro la nemica interna Meloni) Salvini ora tenta di blindarsi anche all’interno della Lega: nelle prossime settimane potrebbe nascere un “ufficio politico” in cui troverebbero posto Zaia, Giorgetti e Fedriga, che prenda in mano la gestione della Lega – commissariando di fatto il segretario – e traghetti il partito alle prossime elezioni politiche.
Le due fronde sono entrambe convinte di avere in mano la carta vincente: la fazione governista guidata Giorgetti aspira allo spostamento della Lega su posizioni più moderate (quasi draghiane) e a incassare un folto malloppo di candidati per il prossimo giro mentre Salvini e i suoi pensano di avere trovato qualcuno a cui dare la colpa in caso di ulteriori fallimenti, iniziando da un risultato che potrebbe essere non entusiasmante alle elezioni politiche.
Intanto a entrare in gamba tesa è l’ex segretario della Lega Roberto Maroni che con un intervento su Il Foglio scrive che “il centrodestra ha perso quasi dappertutto” e lancia una domanda provocatoria: “riusciranno – scrive Maroni – i nostri eroi (si fa per dire) a rimediare a questa pesante sconfitta elettorale che il centrodestra ha subito e ricompattarsi in vista delle elezioni politiche del prossimo anno?”.
Salvini non è già più capitano. Ha perso il suo atteggiamento fanfarone e ha annacquato la sua sicumera. Ora come un moderato qualunque accetta consapevolmente di farsi logorare pur di stare in piedi. Parigi val bene un Giorgetti.