I viaggi di Matteo Renzi all’estero e il suo ritorno a Palazzo Madama dopo il week endd in Barhein finiscono sotto la lente dei senatori che, secondo quanto racconta oggi Il Fatto Quotidiano, gli avrebbero dato dell'”untore”.
“Matteo Renzi untore”: l’accusa dei senatori al leader di Italia Viva
Il quotidiano di Marco Travaglio racconta che nel salone Garibaldi molti senatori sono terrorizzati di incontrare il collega fiorentino che aveva annunciato la sua presenza in aula per votare il provvedimento: “Ma Renzi viene?”. Ma soprattutto: “Si sarà fatto il tampone?”, avrebbero detto secondo quanto scrive Giacomo Salvini.
“Io da Renzi ci sto lontano” mette in chiaro l’ex M5S Emanuele Dessì mentre Paola Binetti, che aveva presentato un’interrogazione al ministro della Salute per chiedere il vaccino ai senatori, chiede: “Renzi ha fatto il tampone? ”. Non si sa, senatrice. “Viaggiare fuori dall’Italia è un grosso fattore di rischio”, bacchetta. La Stampa in un articolo a firma di Niccolò Carratelli qualche tempo fa ha spiegato che i parlamentari non devono fare la quarantena. Il ministero della Sanità ha chiarito che la misura non si applica, ad esempio, “ai funzionari e agli agenti dell’Unione europea o di organizzazioni internazionali, agli agenti diplomatici. E nemmeno ai funzionari e agli impiegati consolari, al personale militare, delle Forze di Polizia, del Sistema di informazione per la siìcurezza della Repubblica”.
Anche il Fatto scrive che sui cellulari dei senatori gira la comunicazione del 30 ottobre inviata al Senato dal dg del ministero della Salute, Giovanni Rezza, secondo cui i parlamentari possono viaggiare all’estero, indipendentemente dai motivi, senza fare la quarantena. Maurizio Gasparri si permette di dubitare: “Renzi in aula? Forse era un po’presto”. Renzi alla fine si palesa in aula, ma non passa dal Transatlantico. I senatori tirano un sospiro di sollievo.
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Renzi lascia la politica?
Ieri il Corriere della Sera ha scritto che “Matthew d’Arabia”, come qualcuno ha iniziato a chiamarlo paragonandolo a Peter ‘O Toole, ha messo nel palmares una dichiarazione di redditi a sei zeri con gli incarichi che svolge su commissione e le pubbliche relazioni, viaggi spesso di piacere che possono essere forieri di opportunità future. La sua sfera di conoscenza è un “network internazionale” che è potenzialmente in grado di intrecciare relazioni con chiunque. Ha rifiutato il vaccino che gli era stato offerto dal distaccamento italiano dell’Università di Stanford come professore a contratto.
Ma se su questo lato va tutto bene, Italia Viva non decolla: si era posto l’obiettivo di arrivare al 10%. E pare difficile ormai anche solo pensare di raggiungerlo, visto che i sondaggi politici danno IV al 2% e la sua popolarità ai minimi tra i leader. Lui fa altro: corre, gioca a tennis, va in bici, realizza documentari su Firenze. Anche due fedelissimi del calibro di Maria Elena Boschi e Francesco Bonifazi puntano su altro rispetto alla politica. Segno che il giglio magico di un tempo sta perdendo definitivamente i suoi petali?