Professor Bassetti, Lei che lavora e vive in Liguria e che è solito commentare le decisioni della politica, come ha valutato l’ordinanza regionale di Toti che ha vietato ai residenti di spostarsi nelle seconde case?
“Credo fosse un provvedimento a cui non si poteva non arrivare, su base regionale Rt buono ma ci sono aree della provincia di Savona e Imperia in cui è più alto. Importanti in questo caso le decisioni prese su scala locale, a prescindere dalla colorazione nazionale. Questa è la direzione verso cui si deve andare, perché una misura può essere molto utile in una provincia ma non
nell’altra”.
Lo spirito dell’intervista è tanto serio quanto scherzoso, dia un voto su scala decimale alla gestione dell’emergenza Covid a due governatori quali Fontana e De Luca.
“Fontana non prende un buon voto su scala complessiva, ma lo stesso vale per De Luca: è inaccettabile sia andato contro le disposizioni del governo, specie in qualità di uomo che ricopre una funzione pubblica. È stato il primo grande furbetto vaccinale ricorrendovi in anticipo rispetto agli altri. Sulla gestione della campagna vaccinale De Luca però prende un bel 7, mentre Fontana non va oltre il 4”.
A livello nazionale abbiamo visto che quando il governo annunciava la seconda ondata lei sosteneva facesse del “terrorismo” (salvo avere ragione); quando le davano del “negazionista” lei rispondeva definendosi “ottimista” e oggi taccia di ottimismo le previsioni del ministro Speranza. Come se lo spiega?
“Io mi definisco sempre ottimista, Speranza ha fatto una fuga in avanti rispetto all’estate e io l’ho trovata “ottimista”, ma magari aveva delle informazioni che io e gli altri italiani non avevamo. Io sono inoltre molto ottimista per la presenza del generale Figliuolo – I’ho incontrato personalmente – che è una persona concreta, competente e molto pragmatica proprio come ci vuole adesso alla guida della struttura commissariale per i vaccini. Porta una ventata di nuovo in una struttura che ne aveva bisogno”.
Quando era all’opposizione del governo Conte bis ha definito Salvini un “politico di buonsenso”. Lo direbbe anche oggi che è in una maggioranza di governo che spesso adotta misure restrittive che lei critica?
“È una persona di buonsenso innanzitutto, ma ce ne sono anche altri negli altri schieramenti. Io ero stato critico nei confronti di Zingaretti nella gestione della pandemia nella prima e seconda ondata invece sui vaccini si è rivelato essere molto più bravo di tanti altri. Complimenti davvero per il lavoro svolto nel Lazio! Apprezzo molto anche Bonaccini, è estremamente pragmatico. Giorgia Meloni. Così come stimo fortemente Debora Serracchiani, abbiamo lavorato accanto in Friuli Venezia Giulia, a Udine, e sono contento del ruolo che ricopre anche oggi. Ritengo che le donne siano fondamentali ma non per legge, il mio braccio destro e sinistro è una donna e sono circondato da donne anche al lavoro. Ma non devono esserci per legge, bensì per merito”.
Venendo al Cts, sembra che lei viva la sindrome morettiana del “mi si nota di più se non ci sono”. Ci è rimasto male per non essere stato chiamato?
“Io non sono mai stato chiamato e non ho libidine a starci. Non ci sono rimasto male per Matteo Bassetti, ma per la materia che rappresento. Non vedere un solo infettivologo mi è parso strano. Non mi sono mai arrivate offerte ufficiali, ma dei pour parler ufficiosi da parte della politica, quelli sì”.
Dichiara di non voler scendere in politica, ma lei ha un passato di attivismo politico?
“Quando ero ragazzo mi è sempre tanto piaciuta la politica, sono stato candidato al Consiglio di amministrazione universitario ed ero nel movimento di Mario Segni “Studenti per la riforma”, poi ho fondato un club Forza Italia nel 94, ma non ho mai avuto il piacere di conoscere il Presidente Berlusconi che stimo tanto”.
E il politico che le piace di più?
“Stimo molto Berlusconi ma ho anche apprezzato Renzi nel passato, oggi le direi Draghi anche se non è un politico. Ad esempio anche Letta a me è sempre piaciuto moltissimo”.
Letta ha aperto allo ius soli, segue dibattito pubblico? Cosa ne pensa?
“Credo sia giusto discuterne, il Paese si evolve e deve migliorare”.
Le piace fare tv? Se le chiedessero di tenere un programma televisivo in cui parla di salute?
“Credo che in questo periodo stia meglio in tv chi conosce direttamente il virus, anziché starlette o rockettari. La televisione oggi mette vicino la scienza e il trash e capita nella maggioranza delle trasmissioni televisive, tendo a non andare più in quelle dove si urla non mi piace. I medici dovrebbero essere usati non per l’audience che producono. Vado in tv per quello che è la materia,
ma non cambierei mestiere. Potrei dare una mano per il coordinamento scientifico affiancando qualcuno alla nascita di un programma, questo sì”.