Alla fine anche Sergio Mattarella paga il conto alla rabbia dei terremotati, nonostante il tentativo di dialogare con loro nell’incontro organizzato a Camerino. Il presidente della Repubblica è stato bersaglio della polemica sollevata da alcuni sindaci delle zone devastate dal sisma. In particolare Filippo Saltamartini, primo cittadino di Cingoli, provincia di Macerata, ha lasciato il Rettorato dell’Università poco prima dell’arrivo di Mattarella.
“Pensavamo che ci potesse essere un dialogo con il presidente, invece è ammesso a parlare soltanto un rappresentante dei sindaci”, si è lamentato Saltamartini. “Quindi ogni volta che ci sono questi incontri istituzionali siamo solo costretti ad ascoltare, mentre i problemi non vengono risolti. Non è possibile che i rapporti siano di questa natura e per questo ho deciso di andarmene”, ha aggiunto il sindaco, che ha ricordato: “Ho un ponte chiuso da tre mesi e delle imprese che stanno chiudendo e non sappiamo con chi tenere i rapporti istituzionali per manifestare i nostri problemi”.
Mattarella ha cercato di placare le polemiche: “Avete diritto a tutto l’aiuto possibile, a tutto l’aiuto delle altre istituzioni, aiuto che si cerca di garantire in pieno”, ha detto il Presidente. “Talvolta leggo sui giornali di rimpalli di responsabilità – ha proseguito – ed è sempre utile quando vi siano confronti sulle responsabilità cui far fronte, ma io so che tra i sindaci alberga la ragione, il criterio che ciascuno, confrontandosi con gli altri, verifica anzitutto quello che in proprio si può fare. E quando i sindaci avvertono questa esigenza, hanno diritto al sostegno intenso, pieno, completo da parte delle altre istituzioni”.