Nessuna giornata di svolta in chiave Governo. Non c’è intesa tra M5s e Lega sul nome del premier terzo da portare al Colle per chiudere il cerchio sul nuovo Esecutivo. Tanto che Luigi Di Maio ha chiesto altro tempo al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Subito dopo è salito al Colle il Carroccio con i presidenti dei gruppi parlamentari del Carroccio, Gian Marco Centinaio e Giancarlo Giorgetti, più – ovviamente – Matteo Salvini, che all’uscita ha confermato quanto già richiesto da Di Maio. Ovvero qualche altra ora per trovare la quadra sul contratto.
Ieri a Milano c’è stato un secondo vertice serale proprio fra Di Maio e Salvini. Nella notte sono spuntate anche le opzioni “tecniche” rappresentate appunto dall’economista Giulio Sapelli, che sarebbe stato proposto dalla Lega, e dall’avvocato e docente universitario Giuseppe Conte, nome che sarebbe stato avanzato dal M5S (che l’avevano proposto come ministro della Pubblica amministrazione del loro Esecutivo). “È tutto vero. Sono stato contattato da entrambi le parti politiche e ho dato la mia piena disponibilità. Mi hanno spiegato che stanno valutando anche un altro profilo, quello di Conte e non mi hanno ancora detto chi hanno scelto”, ha rivelato lo stesso Sapelli all’Ansa. Che ha aggiunto: “Ho detto loro che vorrò dire la mia sui ministri. Ho parlato con il collega Domenico Siniscalco, che spero di avere al mio fianco come ministro del Tesoro”. Sapelli, 71 anni, è uno storico ed economista torinese ed è stato membro – tra l’altro – dei Cda di Eni e Unicredit. Conte, 51 anni, è vice presidente del Consiglio di presidenza della Giustizia Amministrativa. Fonti del M5s smentiscono che sia quello di Sapelli il nome al vaglio per l’incarico di premier di un governo M5s-Lega. E l’interessato ribatte: “Ero pronto a fare il premier, ero stato contattato dai massimi vertici, ma poi pressioni hanno probabilmente cambiato le cose”.
Quanto all’ipotesi che alla fine sia Di Maio a fare il premier, Salvini – interrogato sul punto – ha risposto con un secco “no”. Stamattina intervenendo ad Agorà il deputato leghista e presidente della Commissione speciale della Camera, Nicola Molteni, che ha partecipato alle riunioni per il programma, ha però detto: “Il premier rischia di essere marginale con un programma già scritto? Io credo che sia stato coinvolto. Magari era anche seduto a quel tavolo, non date tutto per scontato. Tremonti? Credo abbia già dato”. Solo una boutade? Vedremo.
Intanto, si è appreso che il capo politico del M5s e il leader della Lega ieri sera hanno chiamato il Quirinale per confermare la raggiunta intesa sul programma che dovrà essere ancora limata (alle 14.30 presso gli uffici del gruppo della Lega alla Camera riprende il tavolo) e per indicare il nome di un premier terzo e condiviso. Reddito di cittadinanza senza scadenze ma previa revisione dei centri per l’impiego. Cinque miliardi allocati per la riforma sulle pensioni della legge Fornero, nascita del ministero per le disabilità e di quello per il turismo, senza dimenticare le misure per le famiglie: dagli asili nido gratuiti all’Iva zero sui prodotti per l’infanzia. E poi: salario minimo orario garantito per legge, ristrutturazione e riqualificazione della rete idrica per l’acqua bene pubblico, e fondi per il rimpatrio dei migranti, ma anche Ilva e flat tax. Quanto al premier, sarà “sempre politico, mai tecnico”, ha chiarito Di Maio rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se il nome che i due partiti intendono fare a Sergio Mattarella per l’incarico di premier sia quello di un politico o di un tecnico. Al Colle, comunque, verrà presentato un solo nome, non una rosa. “Che facciamo, portiamo una squadra di calcio?”, ha detto Salvini tra il serio e il faceto.
Meloni (FdI) contesta il capo dello Stato – Chi storce il naso sulla possibile, quanto a questo punto probabile nascita di un Esecutivo giallo-verde è Giorgia Meloni. A giudizio della presidente di Fratelli d’Italia infatti l’incarico a un presidente del Consiglio del Centrodestra “andava chiesto con maggior forza e andava contestata la scelta di Mattarella” di non conferirlo a Salvini. Parlando ieri a in 1/2 ora in più su Raitre, Meloni ha spiegato che sul tema “io non sono stata timida, altri sì. Ed è falso – ha aggiunto – che non abbiamo portato una soluzione al presidente Mattarella. L’abbiamo proposto l’incarico a Salvini. Contesto la sua scelta perché il giorno dopo ha detto che avrebbe mandato in Parlamento un Governo proprio, fatto di persone che non conosciamo e che avrebbe avuto una maggioranza ancora più evanescente”.