Una riforma Irpef “grottesca” per un governo che si trova di fronte a una “mattanza sociale” ed è fermo “in maniera imbarazzante”. Nicola Fratoianni, deputato e leader di Sinistra italiana, spiega le ragioni della sua adesione allo sciopero di Cgil e Uil, che “rompe l’unanimismo”.
La mobilitazione è stata accolta con fastidio da parte del governo. Quali sono i motivi di questo approccio?
“Sorprende la reazione di tanta parte del mondo politico di fronte allo sciopero. Questa parola sembra diventata impronunciabile dinanzi al governo dei ‘migliori’: contrasta con il racconto che in Italia vada tutto bene. Lo sciopero generale è importante proprio perché rompe l’unanimismo di facciata, rimettendo in ordine le varie questioni sul mondo del lavoro”.
Si riferisce alle crisi aziendali in corso?
“Questo è un Paese malato di disuguaglianza, è il principale problema della politica. Ma la Manovra non va in questa direzione, l’intervento sull’Irpef è grottesco”.
Addirittura grottesco?
“C’è una redistribuzione alla rovescia. Favorisce fasce di reddito che non sono quelle su cui bisognava concentrare gli sforzi. Anche sulle pensioni non c’è alcuna risposta. È l’esito di un processo prevedibile: avevo spiegato, non votando la fiducia, che una maggioranza con queste caratteristiche sarebbe stata incapace di risolvere i problemi”.
Nonostante la presenza di Draghi?
“Non è una questione di interpreti, ma di problemi politici. Ricordo che, quando Draghi si insediò, fece un discorso che viene ripetuto come un disco rotto dai cantori del draghismo imperante: ‘Non è il momento di chiedere, ma di dare agli italiani’. In questo ragionamento c’è il principio della truffa, perché si presuppone che gli italiani siano tutti sulla stessa barca. Ma non lo sono i ricercatori precari, i rider e tanti altri lavoratori non tutelati e sfruttati”.
Come bisogna agire contro le delocalizzazioni?
“Siamo dinanzi a una vera e propria mattanza sociale. Ogni giorno la cronaca riporta notizie di aziende che comunicano la chiusura dello stabilimento, spostandosi in altre sedi. Il governo e la maggioranza sono fermi in maniera imbarazzante. Attendiamo il decreto contro le delocalizzazioni, che nemmeno si discute. E sarebbe già un punto di partenza il dibattito sulla proposta di legge depositata dai lavoratori della Gkn”.
Il governo Draghi va quindi bocciato sul lavoro?
“È sparito dai radar anche il dibattito sul salario minimo legale. In pochi mettono in campo proposte. Anche sul Reddito di Cittadinanza c’è stata una riforma regressiva. Dopo mesi di dibattito surreale sul Rdc, descritto come il problema del Paese, con la Legge di Bilancio c’è un peggioramento della legge. Viene ristretta la possibilità di accesso al Reddito ed è più facile perdere il sostegno di fronte al rifiuto di un posto di lavoro, che non ha garanzia di qualità”.
Ma non sembra esserci spazio per un miglioramento al Senato e ancora di più alla Camera. Il testo sarà blindato…
“Siamo in una condizione preoccupante. C’è un progressivo scivolamento dei poteri in favore dell’esecutivo. Ormai questo Parlamento viene convocato soltanto per votare la fiducia e spesso avviene con clamoroso ritardo. Succede perché il governo assume una quantità di funzioni che dovrebbero essere garantite al Parlamento”.