di Vittorio Pezzuto
«Il comportamento della Cancellieri è stato più che corretto» osserva a La Notizia Clemente Mastella, ex Guardasigilli nell’ultimo governo Prodi e oggi parlamentare europeo del Ppe. «Un ministro – spiega – ha il dovere di interessarsi di tutti i casi che gli vengono segnalati, soprattutto tenuto conto delle condizioni degradanti dei nostri penitenziari. Io stesso, quando dirigevo gli uffici di via Arenula, ritenevo un mio preciso dovere intervenire tempestivamente presso le autorità preposte ogniqualvolta ricevevo segnalazioni di questo genere. Penso infatti che sia meglio essere responsabili di richieste di accertamenti al Dap che non di omissione di controllo su situazioni che personalmente non conosci ma che potrebbero riguardare detenuti che versano in gravissime condizioni sanitarie e psicologiche. Se un detenuto alla fine decide di farla finita – e purtroppo sono eventi che accadono troppo spesso – e viene fuori che non ti sei attivato in tempo, che succede?». Messa in questi termini, la situazione sembra allora ancora più grave perché consegnata alla buona volontà dei singoli e sostanzialmente in balìa di meccanismi burocratici di controllo piuttosto precari. E i reclusi che subiscono la pena aggiuntiva di essere privi di appoggi? Mastella sulla questione resta vago, limitandosi a dirsi sicuro che il suo successore non abbia operato favoritismi in nome dell’amicizia: «Le faccio fiducia e quindi sono convinto che abbia sempre agito in questo modo, in maniera indifferenziata». Quanto alle polemiche di questi giorni, «prendo atto che le grandi intese non piacciono e che per alcuni diventa legittimo tutto quanto serva per metterle in crisi. Anche cambiare opinione. Il caso Cancellieri è ormai una questione essenzialmente politica, per di più anomala. Lei dice di essere stata intercettata? Non dovrebbe sorprendersi: quand’ero al suo posto lo sono stato dal primo giorno. E illegalmente, come dimostra il processo attualmente in corso a carico dell’allora pm Luigi De Magistris».