“Siamo in una situazione in cui siamo tra color che son sospesi ma vedo che, dopo un trend generale, si pensa di poter fare a meno di preoccuparsi”. Massimo Galli ad Agorà oggi critica il decreto riaperture che dal 26 aprile riporterà la zona gialla in Italia.
Il video di Massimo Galli ad Agorà:
L’epidemiologo dell’Ospedale Sacco di Milano spiega che “i nostri numeri dicono che non è una situazione tranquilla e stabilizzata. Inoltre nell’ultimo periodo ci sono state una serie di scelte socialmente importanti che destano preoccupazione come la riapertura delle scuole. Ma non dimentichiamo che abbiamo a che fare con la variante inglese. Che è dilagata in maniera assoluta e ci dice che i ragazzi si infettano molto più facilmente della precedente”.
“Più di tutto quello che mi preoccupa è un segnale che viene percepito come un segnale di liberi tutti, e questo non può che essere nocivo, perché non siamo abbastanza avanti con la vaccinazione. Non siamo scesi abbastanza: stiamo ancora sospesi”. @MassimoGalli51 #agorarai pic.twitter.com/6takAzKzB7
— Agorà (@agorarai) April 22, 2021
“Le Regioni vogliono riaprire appena si scende di pochi decimali sotto la soglia stabilita. Ma è un errore perché i dati devono avere la possibilità di confermarsi in trend altrimenti rischiamo ricadute come accaduto in Sardegna o in altre aree. Non sono per non avere una time-line delle riaperture, ma tutto dovrebbe essere messo in relazione alle vaccinazioni e la stabilizzazione dei trend in discesa”, dice Galli.
“In quanto al coprifuoco – ha aggiunto – è un disincentivo alla gente a muoversi la sera perché quegli spostamenti possono essere considerati superflui. E’ una cosa di cui ovviamente ristoratori o gestori di teatri non siano d’accordo. Ma il virus si muove sulle gambe delle persone: più ci si muove e più si diffonde”. Secondo il professore “sarebbe stato opportuno fare come gli inglesi, chiudere tutto e vaccinare come se non ci fosse un domani. Purtroppo i vaccini non ce li avevamo. Ora se apriamo senza vaccinare quelle 500 mila persone al giorno rischiamo”.