Forte preoccupazione e “massima è l’attenzione per i nostri militari nella regione”. E’ quanto sottolineano fonti di Palazzo Chigi, in merito alla situazione in Medio Oriente dopo il raid americano che, nella notte tra giovedì e venerdì, a Bagdad, ha portato all’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani. Nella prospettiva di un dialogo “l’Ue può giocare un ruolo fondamentale e offrire un contributo determinante” la convinzione del premier Giuseppe Conte. Il governo italiano, spiegano le stesse fonti, si sta prodigando affinché l’Ue possa esercitare il suo peso diplomatico per evitare sviluppi imprevedibili e vanificare così tutti gli sforzi per stabilizzare l’area.
Intanto la Nato, così come la difesa italiana, ha innalzato le misure di sicurezza e sospeso le missioni di addestramento in Iraq. Lo ha riferito il portavoce Dylan White, sottolineando che l’Alleanza atlantica “segue da vicino la situazione nella regione. Restiamo in stretto e regolare contatto con le autorità statunitensi”. A Roma il Comando operativo di vertice interforze, cioè la struttura della Difesa che gestisce tutte le operazioni italiane all’estero, è in contatto costante con i contingenti potenzialmente più esposti. Subito dopo l’attacco Usa è stato fatto un punto di situazione con il ministro Lorenzo Guerini e con il capo di Stato maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli, dal quale è scaturita la decisione di innalzare ovunque le misure di sicurezza e di limitare al minimo gli spostamenti al di fuori delle basi.
Il ministro degli esteri egiziano Sameh Shoukry, nel corso della telefonata di questa mattina con il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha parlato della crisi libica, ha invitato il suo omologo italiano al vertice al quale parteciperanno i rappresentanti di Grecia, Cipro e Francia, prevista il prossimo 8 gennaio al Cairo. “In queste ore – ha scritto sulla sua pagine Facebook Di Maio – siamo al lavoro come Governo sugli ultimi sviluppi della situazione in Iraq, che ovviamente preoccupano tutto il mondo. In quella regione la nostra priorità è e resta la lotta al sedicente Stato Islamico.
“Ci sono nostri militari che sono stati gravemente feriti o sono morti per combattere Daesh – scrive ancora il ministro degli Esteri -, in ogni sua forma. Uomini e donne in uniforme che rischiano la vita per garantire la nostra sicurezza. Il nostro pensiero va al loro operato e alla loro incolumità. Negli ultimi giorni come Italia abbiamo lanciato un forte appello al dialogo e alla responsabilità, invitando a mantenere aperti i canali con tutti gli interlocutori, evitando atti che possano avere gravi conseguenze. Ma se vogliamo essere davvero incisivi, l’Unione Europea deve saper parlare con una sola voce. Ed è per questo che ho apprezzato l’invito alla moderazione e alla de-escalation dell’alto rappresentante Ue, Josep Borrell”.
“L’uso della forza – aggiunge Di Maio – non ha mai portato da nessuna parte. Al contrario, ha sempre provocato ulteriore destabilizzazione ed effetti devastanti sia sul piano umanitario, sia su quello migratorio. Come ho già ribadito: la nostra priorità è combattere Isis e in primavera, in Italia, ospiteremo la riunione della coalizione anti-Daesh. Vanno intercettati e colpiti i finanziamenti alle cellule terroristiche. Bisogna accrescere la collaborazione tra Stati. La comunità internazionale deve guardarsi in faccia e deve parlarsi chiaro, senza ulteriori ipocrisie”.
Un appello alla Pace arriva anche da Papa Francesco che in un tweet ha scritto: “Dobbiamo credere che l’altro ha il nostro stesso bisogno di pace. Non si ottiene la pace se non la si spera. Chiediamo al Signore il dono della pace!”.