In una nuova maxi inchiesta sugli acquisti di mascherine all’inizio della pandemia, questa volta portata avanti dalla Procura di Bolzano e relativa ai dispositivi acquistati dalla Provincia e dall’Asl, sono indagate trenta persone, tra cui il governatore Arno Kompatscher (nella foto).
Accertamenti, più nello specifico, relativi agli acquisti degli scaldacollo da distribuire alla popolazione e a quelli delle mascherine cinesi commissionate al gruppo Oberalp. La somma totale era di 29 milioni di euro e la Oberalp aveva anticipato la somma, ma una volta arrivati in Alto Adige quei dispositivi non furono utilizzati, in quanto considerati fuori norma in base ad alcuni test e quindi l’Azienda sanitaria non pagò la fornitura.
Christoph Engl, amministratore delegato del gruppo Oberalp, e Florian Zerzer, direttore generale dell’Azienda sanitaria, sono ben presto stati indagati per violazione delle disposizioni sull’importazione di materiale sanitario. E in un recente incidente probatorio, il perito del gip, Giovanni Stella, ha confermato che le mascherine cinesi sarebbero, alla luce delle verifiche svolte in tre laboratori esteri, talmente inadeguate allo scopo da averne perfino consigliato lo smaltimento. Si è arrivati così agli altri indagati e a un blitz ieri dei carabinieri, che hanno svolto perquisizioni informatiche sia alla Oberalp che in Provincia ed alla sede dell’Asl di Bolzano.
“Il presidente Kompatscher – ha dichiarato l’avvocato difensore Karl Zeller – ha sempre agito in modo corretto e trasparente”. Zeller ha sottolineato, inoltre, che il governatore “non aveva alcuna competenza” per quanto riguarda l’acquisto dei dispositivi di protezione da parte dell’Azienda sanitaria. “Chiaramente abbiamo fornito agli inquirenti tutte le informazioni e siamo convinti che anche queste indagini confermeranno la correttezza della condotta dell’amministrazione” ha poi dichiarato lo stesso governatore altoatesino.