“Le vittime accertate del crollo del seracco della Marmolada salgono a 9. Due in più rispetto a ieri, di cui 4 riconosciute dai famigliari e 5 non identificati. I feriti sono 7: 4 ricoverati a Trento, 3 in ospedali veneti”. È quanto ha detto il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, facendo il punto sul crollo del ghiaccio della Marmolada.
Marmolada, recuperati i corpi di altri due escursionisti travolti dal crollo del seracco
Con il nuovo ritrovamento dei resti delle due vittime, probabilmente una delle due coppie venete che risultavano disperse, scendono a tre i dispersi ancora sotto il ghiacciaio della Marmolada. Delle tre vittime non ancora identificate, due dovrebbero essere della repubblica Ceca e in fase di riconoscimento, mentre rimane ancora un corpo senza nome.
Le ricerche delle ultime ore hanno fatto emergere la presenza sul luogo dove è crollata una placca glaciale della Marmolada di due corpi. Il ritrovamento, è stato spiegato dai soccorritori, è stato agevolato dallo scioglimento di una parte del ghiaccio che ha consentito ai droni di identificare le salme.
“Oltre ai due corpi – ha spiegato il presidente del Corpo nazionale del Soccorso alpino, Maurizio Dellantoni – non sono stati trovati altri resti umani. E’ emersa una scarpa femminile che potrebbe appartenere a una delle vittime già identificate”.
“Ora dopo ora – ha commentato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia – si va consolidando un triste bilancio. In questi giorni avevo sempre cullato la speranza che qualcuno dei dispersi dopo la tragedia della Marmolada potesse essere ritrovato e curato. Non ci sono parole, se non lacrime. Tutto il Veneto piange. Siamo vicini ai famigliari delle vittime di una delle più brutte pagine di storia delle nostre montagne. Restano ora da trovare ancora tre dispersi”.
“Il grosso nodo di questa indagine è la prevedibilità di questa enorme sciagura e se è collegabile ad ipotesi di imprudenza” ha detto il procuratore capo di Trento, Sandro Raimondi. “Siamo come in una stanza con tante porte – ha aggiunto il magistrato -: le apriremo tutte per vedere cosa c’è dietro. Sicuramente non vogliamo nessun agnello sacrificale in pasto all’opinione pubblica, non è nel nostro stile. Siamo convinti che tutto quello che deve essere fatto lo si farà nel più breve tempo possibile”.