E’ stata dichiarata la morte cerebrale per l’avvocato Mario Turrisi, 45 anni, originario di Tusa (Messina). Era ricoverato da domenica in gravissime condizioni al Policlinico di Messina dopo essere stato colpito da una trombosi. L’uomo poche settimane prima aveva avuto la somministrazione del vaccino AstraZeneca.
Mario Turrisi: l’avvocato colpito da trombosi dopo il vaccino AstraZeneca è morto
La scorsa settimana era morta per lo stesso motivo l’insegnante Augusta Turiaco, anche lei messinese, di 55 anni. Turrisi era stato vaccinato lo scorso 12 marzo all’ospedale di Mistretta. La scorsa settimana era stato ricoverato per un forte mal di testa, mal di orecchie e febbre. Dopo altri esami si è capito che aveva avuto una trombosi. La Procura di Messina ha aperto una inchiesta per verificare eventuali correlazioni tra il vaccino e la trombosi cerebrale. Nelle prossime ore verranno espiantati gli organi come aveva desiderato lo stesso avvocato.
A Sky TG24 Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, ha detto che questo tipo di trombosi è un evento rarissimo: “”Tutti vaccini anti-Covid disponibili sono sostanzialmente comparabili nell’efficacia. Gli eventi avversi vanno evidenziati ma le trombosi di cui si parla restano eventi rarissimi”. “Si perde in alcuni casi – spiega il virologo – il vero rapporto fra il pericolo della malattia e il pericolo di un vaccino, e spesso si sbaglia pensando che sia meglio non vaccinarsi”.
I vaccini, chiarisce, “evitano la malattia, soprattutto quella grave. Ma studi ad hoc dimostrano che hanno anche la capacità e la possibilità di sterilizzare la persona che si vaccina e impedire in gran parte di contagiare gli altri. E’ un elemento importante che ci aspettavamo, mancava l’oggettività del dato scientifico che si sta acquisendo grazie agli studi e all’applicazione su grande scala di queste vaccinazioni”. Quanto ai problemi organizzativi, “bisogna vederli in un tempo un po’ più lungo. Perché l’organizzazione è davvero complessa. Mentre le nubi sulle dosi mi inquietano perché in questa guerra al virus le munizioni sono fondamentali come l’aspetto organizzativo che credo si sia ora ben oliato. Credo- ha concluso Preglisco – già si vedano bei risultati negli anziani ricoverati nelle Rsa e nei casi fra gli operatori sanitari precipitati quasi a zero”.