Questa manovra pare scontentare tutti: imprese e sindacati, Corte dei Conti e Banca d’Italia. Giulio Marcon, portavoce della Campagna Sbilanciamoci, che ne pensa?
“È una Manovra sbagliata che favorisce alcuni settori privilegiati e gli evasori e non risponde alle esigenze di proteggere il Paese dal disagio economico che c’è. Ci sono misure sul caro bollette ma durano appena tre mesi. Le misure sul Reddito di cittadinanza e altre, come la riduzione dell’indicizzazione delle pensioni, aumentano le difficoltà di vasti strati della popolazione. Non dà risposte al lavoro, non dà risposte al sistema produttivo”.
Dal taglio del cuneo fiscale arriveranno pochi spiccioli in busta paga a chi ha redditi bassi.
“Sì, parliamo di qualche decina di euro. Ci volevano scelte coraggiose e invece si privilegiano gruppi sociali che sono la base elettorale di questo centrodestra: alcuni settori del lavoro autonomo e del commercio e poi, con diverse norme, si strizza l’occhio a chi evade”.
Innalzamento del tetto all’uso del contante, condoni, colpo di spugna sulle sanzioni a commercianti e artigiani che non accettano i pagamenti elettronici. Si riferisce a questo?
“Esattamente. È una Manovra che non solo non contiene misure contro l’evasione fiscale ma contempla misure a favore dell’evasione fiscale. E questo non lo dicono degli estremisti ma la Banca d’Italia”.
Via Nazionale richiama anche sulle distorsioni che crea la flat tax.
“La flat tax produrrà un meccanismo per cui chi rischia di superare la soglia oltre la quale cessa la tassazione agevolata potrebbe non dichiarare l’effettivo incasso posticipandolo in parte o facendolo risultare in nero. Ma c’è un altro aspetto importante che Banca d’Italia ha segnalato. La discrepanza tra i diversi regimi fiscali sta facendo venire meno il principio costituzionale di progressività. C’è una discrepanza evidente tra chi è sottoposto all’Irpef e dunque al principio di progressività e chi non lo è. Per cui c’è una disparità di trattamento: chi ha redditi da lavoro autonomo, seppur maggiori di quelli da lavoro dipendente, si ritroverà a pagare meno tasse rispetto ai secondi”.
La Manovra depotenzia il Reddito di cittadinanza.
“Anche qui ci viene in soccorso Banca d’Italia. Il Reddito di cittadinanza è una misura che con luci e ombre ha permesso di salvare dalla povertà migliaia di persone. Toglierlo, in cambio non si sa di cosa, significa rigettare nella povertà tante persone. L’Istat ci ha detto che durante la pandemia grazie al Reddito un milione di persone sono state salvate dalla povertà. La misura ha certo dei limiti perché si mischiano due cose che non stanno assieme: uno strumento di politiche attive al lavoro e uno di assistenza pura a chi il lavoro non può averlo. Ma vorrei ricordare che la platea dei beneficiari è in maggioranza inabile al lavoro. La retorica, dunque, per cui il sussidio dovrebbe essere collegato al mercato del lavoro è per buona parte una farsa”.
Agli industriali Giorgia Meloni ha detto che non vanno disturbati coloro che producono. Che intendeva dire?
“è una strizzatina d’occhio agli imprenditori ma vuota. Gli industriali si aspettano politiche di sostegno, aiuti. Dire che non si disturba chi vuole fare non significa nulla. La domanda è: fare che cosa? Si possono fare anche cose illecite. È un po’ una retorica vacua. Bisognerebbe anche che un governo dicesse come si crea ricchezza per il Paese, che facesse delle scelte, che prevedesse investimenti che oggi non ci sono”.
Ritorniamo sulle pensioni..
“Sulle pensioni non c’è praticamente nulla. Un po’ di acqua calda come la rivalutazione delle pensioni minime, francamente modesta. Su Opzione donna si registra la riduzione dei requisiti. Direi che i furori salviniani si sono spenti anzi ci sono misure che danneggiano i pensionati. Ripeto: è una legge di Bilancio molto ideologica per alcune scelte e abbastanza vacua per altre”.
Parliamo dei voucher.
“Il combinato dato dal ritorno dei voucher (dopo la loro limitazione nel 2017) e l’innalzamento del limite delle prestazioni occasionali da 5mila a 10mila euro rappresentano un’ulteriore spinta alla precarizzazione del mercato del lavoro. Prima del 2017 vi era stato un vertiginoso aumento dello strumento perché era un’opportunità per creare lavoro precario, una via per i datori di lavoro per pagare meno tasse e non versare i contributi nella misura in cui vengono versati per un lavoratore assunto a tempo indeterminato o determinato o anche con contratto di collaborazione. Anche qui, insomma, la Manovra strizza un occhio agli evasori e a chi vuole aumentare il lavoro precario”.
Ponte sullo Stretto di Messina. È così necessario?
“Abbiamo buttato già tanti soldi, per non fare niente sostanzialmente, in studi e progettazioni. Avremmo bisogno di mettere invece in sesto strade e ferrovie che in Calabria e in Sicilia sono talvolta in situazioni disastrose. Il Ponte è un’opera che non solo ambientalisti ma anche molti amministratori locali contestano. E che non porterebbe i benefici sperati da alcuni parti. Anzi rischia di essere un’altra grande opera che potrebbe far gola a ristretti gruppi di persone, magari anche a settori della criminalità”.
La Presidente del Consiglio insiste nella richiesta di rivedere il nostro Pnrr.
“Sono stati presi impegni con l’Europa. Abbiamo presentato un piano di azione alla Commissione. Cambiare tutto questo in corso d’opera senza una motivazione valida rischia di ingenerare un segnale negativo nei nostri confronti. Già avevamo con il governo Draghi accumulato ritardi ora ricontrattare il Piano significa aumentare ancora di più questi ritardi, laddove dovremmo accelerare”.