Marco Cappato è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Milano. Il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, è accusato di aiuto al suicidio in merito al caso della signora Elena, malata terminale di cancro, ma ancora autosufficiente, accompagnata a morire in Svizzera con il suicidio assistito.
Il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, è indagato a Milano per aiuto al suicidio
Ieri Marco Cappato si era recato in una stazione dei carabinieri di Milano ad autodenunciarsi. Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano sta valutando la questione della competenza territoriale.
Cappato deve rispondere dell’articolo 580 del codice penale che punisce “Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l’altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione”. Se il suicidio avviene, il reato è punibile con “la reclusione da cinque a 12 anni”.
Il fascicolo è stato affidato al procuratore aggiunto Tiziana Siciliano. La stessa pm del caso Dj Fabo
Del fascicolo si occupa il sesto Dipartimento della Procura di Milano, guidato, per l’appunto, dall’aggiunto Tiziana Siciliano, lo stesso magistrato protagonista del processo già subito da Marco Cappato per l’aiuto al suicidio di dj Fabo. Vicenda per la quale, come è noto, è stato assolto.
Da valutare la competenza territoriale. La vicenda potrebbe passare nelle mani dei pm di Venezia
La pm Siciliano dovrà vagliare, innanzitutto, la competenza territoriale. Il reato, infatti, è stato commesso all’estero e non a Milano dove Cappato risiede. Se, invece, la valutazione fosse che l’atto di disobbedienza civile, a favore della pensionata veneta, sia iniziato a Spinea – dove viveva Elena e luogo di partenza del suo ultimo viaggio verso Basilea in auto con Cappato – il caso diventerebbe di competenza della Procura di Venezia.
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