Una “vergognosa marchetta” all’interno del bilancio regionale “con una redistribuzione di denari per lo più a comuni politicamente amici” con la giunta guidata da Attilio Fontana. Non va per il sottile Dino Alberti, consigliere M5S in Regione Lombardia. D’altronde sono i fatti a parlare per lui: “Sulla provincia di Brescia – accusa il consigliere pentastellato – ogni 3 comuni beneficiari 2 sono a guida centrodestra o di civiche ad esso riconducibili”.
Mi scusi, parlare di marchette però è pesante. Non crede di esagerare?
Ma tali sono! Basta vedere le dichiarazioni e le pagine social dei consiglieri di maggioranza: tutti a prendersi meriti di aver trovato risorse per le più disparate opere pubbliche quando invece il merito non è assolutamente loro dato che si sono limitati ad apporre una firma su un atto precompilato dalla giunta che riportava sia l’importo e sia quale opera finanziare. Poi abbiamo casi che ritengo vadano oltre la decenza.
Quali, ad esempio?
Su tutti quello della vicesindaco di un comune del bresciano che siede anche nella maggioranza del consiglio regionale che avrebbe “ottenuto” per il suo comune 220.000 euro per la sede della croce azzurra, un campo da tennis, la pista di pattinaggio e una piscina, tutto candidamente sbattuto sui social e pubblicizzato come un grande lavoro suo e della sua compagine politica.
Ritenete che i consiglieri di minoranza siano stati estromessi da ogni decisione?
I consiglieri di minoranza sono stati quasi totalmente esclusi dalla ripartizione di questa enorme torta di denari pubblici. Sia chiaro: anche noi abbiamo provato a giocare al gioco di Caparini (Davide, assessore al Bilancio, ndr) e abbiamo avanzato le nostre proposte, ma il problema è che noi gli ordini del giorno li abbiamo scritti di nostro pugno, i consiglieri di maggioranza se li sono fatti scrivere dalla giunta.
Crede che si sia stata una violazione costituzionale?
Sì, ritengo che non sia stato rispettato il principio di sussidiarietà sancito dall’articolo 118 della Costituzione che prevede che la ripartizione gerarchica delle competenze debba essere spostata verso gli enti più vicini al cittadino e, quindi, più vicini ai bisogni del territorio. Solo quando questi enti non sono in grado di provvedere autonomamente può subentrare un ente di ordine superiore come la Regione. La Giunta non solo non si è assunta la responsabilità di definire il criterio di ripartizione dei fondi demandandolo al Consiglio regionale mediante la farsa dell’ordine del giorno, ma non è ancora stata in grado di spiegare dove stia l’interesse regionale nel rifacimento di una tettoia di un campo sportivo o nel rifare un campo da tennis. E diventa ancora più assurdo il discorso se si pensa a decine di opere che non sono state nemmeno considerate solo perché il sindaco del comune di turno non aveva il numero di cellulare dell’assessore al bilancio di Regione Lombardia!
Crede che questa trovata abbia ragioni elettorali dopo il disastro nella gestione dell’emergenza Covid?
Ora non fanno altro che parlare di quanto rivoluzionario sia stato il cosiddetto “piano Fontana”. La verità è che si è messo in piedi un teatrino squallido e imbarazzante, solo per poter andare sui territori a dire di aver portato milioni e milioni di euro nella speranza che ci si dimentichi degli scandali che hanno visto protagonisti il presidente Fontana e l’inettitudine dell’assessorato guidato da Giulio Gallera.