Passano i mesi, ma non accenna a diminuire la tensione nel Mar Rosso, dove continuano gli attacchi degli Houthi e i contrattacchi della coalizione composta da Stati Uniti e Regno Unito. L’ultimo episodio è avvenuto ieri, quando i ribelli yemeniti hanno lanciato due missili da crociera nel Golfo di Aden, colpendo una nave cargo, la M/V Verbena di proprietà ucraina e gestita da polacchi, e ferendo in modo molto grave un marinaio che è stato evacuato dalle forze americane.
Come affermato dal Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom), la nave “ha riportato danni e conseguente incendio a bordo” con “un marinaio che è stato gravemente ferito” ed è stato evacuato da “un aereo della USS Philippine Sea per ricevere le necessarie cure mediche”. In risposta, le forze anglo-americane hanno condotto alcuni raid nel Mar Rosso, distruggendo due motovedette degli Houthi, una nave senza equipaggio e un drone ritenuto “potenzialmente pericoloso”.
Mar Rosso, continua il botta e risposta tra i ribelli Houthi e le forze degli Stati Uniti
Quel che è certo è che nel Mar Rosso la situazione continua a peggiorare. Proprio per questo crescono i timori per la sorte dei 17 membri di alcune agenzie delle Nazioni Unite che, da oltre una settimana, sono in stato di arresto in Yemen perché accusati di far parte di “una rete di spionaggio americano-israeliana”. Un’emergenza per la quale i capi di sei agenzie dell’ONU e di tre organizzazioni umanitarie internazionali hanno lanciato un appello ai ribelli Houthi, chiedendo il rilascio dei membri del loro staff.