Quello che è successo a Livorno, con un’intera famiglia annegata in una casa sommersa per l’alluvione, può capitare facilmente anche a Roma. Far finta che non sia così significa nascondere la testa sotto la sabbia. Per questo invece di continuare a litigare è il momento di rimboccarsi le maniche e collaborare, pubblico e privato, politica e tutti i romani di buona volontà. Con una novità da parte delle imprese, disponibili a fare quelle manutenzione della città che il Campidoglio da solo ormai è evidente che non riesce a fare. A lanciare una cima alla sindaca Virginia Raggi è il presidente dei piccoli costruttori della Confartigianato della Capitale, Marco Matteoni. La sua associazione è oggi molto rilevanti anche dentro la Camera di commercio, guidata da un altro rappresentante del mondo artigiano, Lorenzo Tagliavanti (Cna).
Domanda. Collaborare: a Roma si fa presto a parlarne ma poi sono tutti uno contro l’altro armati. E con le elezioni che si avvicinano…
Risposta. Vero. Ma se la città diventa un lago perchè non ci sono i soldi per pulire le caditoie è senza senso prendersela con la Raggi o con Marino e Alemanno, fino a Romolo e Remo. Vogliamo togliere di mezzo questo pericolo o agitarci nel solito teatrino della politica? Se vogliamo affrontare il problema una soluzione concretamente fattibile c’è.
Siamo tutt’orecchi.
Se oggi l’amministrazione capitolina invitasse le associazioni delle imprese a un tavolo di confronto sono certo che otterrebbe una collaborazione senza precedenti per affrontare insieme – pubblico e privato – il problema della manutenzione della città. Si tenga presente che stiamo parlando di situazioni esplosive. Le caditoie a Roma ci sono ma la città alle prime piogge diventa una piscina perché sono troppe per essere pulite continuament come servirebbe. L’offerta è perciò di affidare queste manutenzioni ai privati senza costi per le casse pubbliche, ma scambiando l’impegno a fare i lavori con riduzioni sugli oneri urbanistici per chi costruisce.
Le promesse di collaborazione tra pubblico e privato a Roma non sono una novità. La storia però ci insegna che quando il pubblico ha fatto la sua parte spesso il privato se n’è scappato.
Oggi le cose si possono fare meglio. Se l’amministrazione dovesse crederci veramente, troverà la disponibilità di molte associazioni delle imprese. E non solo quelle più grandi che magari aspettano pagamenti per milioni di euro dagli Enti pubblici. Il risultato potrebbe essere l’avvio di un partenariato che si può estendere ben oltre la manutenzione delle caditoie. Qui siamo seduti su un’altra bomba e facciamo finta di niente.
Di che stiamo parlando?
A Roma non serve un forte terremoto per fare una strage. Ci sono ampie zone di San Lorenzo, Nomentano vecchio, Fidene e altri dove una scossetta può far crollare interi edifici. Facciamo allora un patto tra imprese e Comune. Insieme sarà più facile mettere questi immobili in sicurezza.