di Carmine Gazzanni
Meglio di un incarico, c’è solo un doppio incarico. D’altronde la procura di Milano l’ha detto chiaramente: il potere di Mario Mantovani è nato e si è sviluppato proprio a causa degli svariati incarichi che ricopriva. Non sarà solo un caso se, nel periodo considerato dalle indagini (giugno 2012 – giugno 2014), è stato senatore, sottosegretario ai Trasporti, assessore alla Sanità, vice presidente regionale e sindaco di Arconate.
PURE IL GENERALE – Un uomo con il dono dell’ubiquità, insomma. Ma non è l’unico. Il favoloso mondo dei doppi incarichi conta una marea di parlamentari, dirigenti, addirittura generali che fanno incetta di incarichi. Ed ecco che, allora, i conflitti d’interessi sono all’ordine del giorno. Come nel caso del generale Paolo Gerometta, direttore di Persomil (Direzione Generale per il Personale Militare) e del sindacato interforze Cocer. In pratica, Gerometta ha il superpotere di disciplinare il trattamento economico del personale militare e, allo stesso tempo, di occuparsi dei diritti e degli interessi di quello stesso personale militare.
IL RECORD-MAN – Una situazione ai limiti dell’incredibile che si replica, spesso, anche a livello regionale. Il caso per eccellenza è emerso dopo una segnalazione dei deputati M5S all’Anticorruzione, in Calabria. Il dirigente in questione è Domenico Maria Pallaria. Forse, chissà, il fatto che abbia due nomi ha spinto Pallaria ad accumulare incarichi su incarichi. Certo è che oggi il dirigente è a capo di 2 dipartimenti regionali, frutto peraltro di un accorpamento che nella precedente struttura organizzativa ne contava addirittura 4 (Lavori Pubblici, Urbanistica, Ambiente e Trasporti), tanto che resta comunque referente di ben 4 assessori. Ma non basta. Pallaria infatti risulta Responsabile di accordo di programma (Rup) per una serie impressionante di programmi (8 in tutto), che vanno dalla costruzione di 4 nuovi ospedali per investimenti da 700 milioni alla “Cittadella Regionale” (investimento di oltre 160 milioni), fino alla “Ingegnerizzazione delle Reti idriche” (100 milioni). In pratica, per le mani del dirigente passa una quantità incredibile di soldi pubblici. E forse qualche problema potrebbe sorgere se si tiene conto che lo stesso Pallaria è anche sindaco del di Curinga, in provincia di Catanzaro.
PARLAMENTARI E CONSIGLIERI – Ovviamente non potevano mancare i nostri politici. Una marea. Sono oltre 20 i parlamentari che, pur sedendo a Montecitorio o al Senato, hanno deciso di mantenere l’incarico anche nel proprio comune. Da Dorina Bianchi, deputata di Scelta Civica e consigliere a Crotone, a Felice Casson che, dopo essersi candidato come sindaco a Venezia, è rimasto capogruppo all’opposizione. Clamoroso il caso del comune di Olbia: nell’assise comunale siedono ben due onorevoli, Gian Piero Scanu del Pd e Settimo Nizzi di Forza Italia. Per non parlare dei due dimissionari al Campidoglio prima della caduta di Marino, Stefano Esposito e Marco Causi. Entrambi del Pd, quello stesso Pd che nel suo statuto “consiglia” di dimettersi nel caso di doppi incarichi politici. Un consiglio felicemente snobbato da una grande fetta di onorevoli. Anche se si è sindaci. Come Luca Pastorino, deputato e sindaco di Bogliasco (Genova). Ma non è l’unico. I primi cittadini impegnati a Roma sono in totale otto. Tra gli altri anche Angelo Cera, parlamentare dell’Udc e sindaco di San Marco in Lamis, in provincia di Foggia. Tre ore e 40 minuti di viaggio da Roma ogni settimana. Che faticaccia!
Tw: @CarmineGazzanni