Per Graziano Delrio questa Manovra “non contiene misure per la crescita e il lavoro ed è una manovra che non aiuterà l’Italia a crescere”. Per il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, i gialloverdi “stanno portando l’Italia nel baratro”. Per Maurizio Martina Lega e Cinque stelle “sono due facce della stessa medaglia” e il Pd è l’unica alternativa possibile. Si spera, però, che questa alternativa non sia fantasma come nel passato. Soltanto i fatti ci diranno se questa Manovra porterà i risultati che i gialloverdi sperano.
Quel che è certo, però, è che le ultime leggi di Bilancio più che portare risultati sperati, non ne hanno proprio portati. Un dato su tutti: le Finanziarie approvate dal 2015 al 2018 mancano ancora di 155 decreti attuativi. Senza tali decreti, in altre parole, quanto stabilito in una norma resta carta straccia, senza alcuna validità concreta. Spesso, infatti, occorre che, per rendere effettivo un provvedimento, venga approvato un decreto ad hoc da questo o quel ministro.
Partiamo dalla legge di Bilancio 2015 (approvata, dunque, a fine 2014): in tutto il corpo normativo il governo allora retto da Matteo Renzi (subentrato nel febbraio di quell’anno ad Enrico Letta) prevedeva l’approvazione di 85 decreti attuativi per rendere effettivamente operative le varie norme. Dopo quattro anni rimangono – incredibile ma vero – da adottare ancora 14 decreti. Ancora peggio va se passiamo all’anno successivo. Manovra 2016: in totale l’esecutivo Renzi prevede, in questo caso, ben 125 decreti. Peccato ne restino ancora da approvare 23.
Un peso che, ovviamente, ricade oggi sull’attuale governo. Esattamente come ricadono su quest’esecutivo i 21 decreti della Finanziaria 2017. Un numero non di poco conto se si considera che, in totale, quella legge di Bilancio ne prevedeva 77. In pratica, a distanza di due anni, un decreto ogni quattro non è stato approvato. Un record. E così arriviamo all’ultima Manovra approvata dal governo Renzi. Una mole spaventosa di decreti previsti: 149. Domanda: quanti devono essere ancora approvati, stando all’ultimo aggiornamento dell’Ufficio per il programma di governo (che fa capo direttamente a Palazzo Chigi)? Ben 97. Una valanga: in questo caso, infatti, si scende a un rapporto di 0,5 decreti approvati a distanza di un anno. Non male. Ed ecco il risultato finale: le ultime quattro Manovre prevedevano un totale di 436 decreti per rendere effettivi i vari provvedimenti contenuti nei testi di legge. Di questi, ben 155 pesano sul nuovo Governo. In sintesi, dunque, in 4 anni il tandem Renzi-Gentiloni ha approvato un decreto ogni tre.
Ma, ovviamente, non ci sono soltanto le leggi di Bilancio. E così il peso sul groppone della maggioranza gialloverde è molto più esteso di quanto si possa pensare. Sempre stando all’ultimo aggiornamento di Palazzo Chigi, lo stock Renzi-Gentiloni è pari a 641 decreti attuativi ancora da approvare. Per l’esattezza, parliamo di 251 decreti derivanti da norme del periodo renziano e di 390 decreti previsi da norme “gentiloniane”. Un lascito niente male, non c’è che dire. E che riporta alla mente le parole pronunciate proprio ieri dalla senatrice renzianissima Teresa Bellanova. “Lo chiamano cambiamento: sarà un deserto”, ha detto concludendo il suo intervento in Aula. Ecco, detto dall’esponente di un partito che, di fatto, ha lasciato una marea di decreti da attuare, è decisamente curioso.