I numeri tanto attesi sono arrivati. Il Governo gialloverde ha tirato fuori le cifre sulla tanto contestata manovra finanziaria. Come anticipato questa mattina il rapporto deficit/pil fissato al 2,4% per l’anno 2019, subirà dei ritocchi negli anni a seguire. Nel 2020 scenderà al 2,1% e nel 2021 scenderà all’1,8%.Le cifre sono state presentate al termine del vertice a cui hanno preso parte il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il ministro dell’Economia Giovanni Tria e quello degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. Il responsabile di via XX settembre ha spiegato anche che ci saranno investimenti addizionali rispettivamente dello 0,2 per cento, dello 0,3 e dello 0,4. “Questo – ha precisato Tria – descrive la qualità della manovra: puntiamo ad avere gli investimenti pubblici come strumento principale per lavorare sulla crescita”.Vedremo se ora da Bruxelles che reazioni ci saranno rispetto alla manovra varata dal Governo. Perché le minacce arrivate finora, per ultime quelle di Pierre Moscovici che nella giornata di oggi ha assestato un altro colpo, sono giunte senza alcuna valutazione nel merito di quanto stabilito dal Governo gialloverde. Nella conferenza di questo pomeriggio a Palazzo Chigi l’esecutivo ha snocciolato anche altri numeri specificando che altri 10 miliardi saranno destinati al reddito di cittadinanza, di cui uno destinato alla riforma dei centri per l’impiego. Ma ancora riforma della legge Fornero sulle pensioni a partire da aprile 2019. Una misura che necessita di 6 miliardi di euro, e non 8 come si leggeva nelle bozze in circolazione. Regole che non partiranno quindi da gennaio ma dal secondo semestre del 2019. Sarebbe questa la mediazione trovata con il ministro Tria.