La manovra non piace ai sindacati, soprattutto alla voce pensioni. E per questo sono pronti a scendere in piazza. L’addio a Quota 100 passa da Quota 102: 64 anni di età e 38 di contributi. Al momento la sperimentazione è prevista solo per il prossimo anno. La manovra conferma l’ultima mediazione trovata dal premier. Che in conferenza stampa conferma (leggi l’articolo): “L’obiettivo è il ritorno al contributivo”. Ma subito dopo, per tentare di rabbonire i sindacati, apre al confronto: “Il contributivo costituisce la scatola dentro cui tante cose si possono aggiustare, come la flessibilità in uscita”, dichiara Mario Draghi.
Viene prorogata Opzione donna ma con una stretta: sale a due anni il limite d’età per accedervi. Prorogata anche l’Ape social con l’allargamento della schiera di attività gravose che passano da 15 a 23 (tra cui maestre ed estetiste). Ma questo non basta ai sindacati che contestano il sistema delle Quote, chiedono una riforma complessiva che preveda il superamento della Fornero e auspicano flessibilità in uscita a partire dai 62 anni o con 41 di contributi.
La Fiom, prima ancora che il Consiglio dei ministri abbia dato l’ok alla prossima legge di Bilancio (qui la sintesi), annuncia un pacchetto di 8 ore di sciopero “per chiedere al Governo e al sistema delle imprese risposte in tema di crisi industriali e occupazionali, riforma degli ammortizzatori sociali, precarietà del lavoro, salute e sicurezza, sistema degli appalti e dei subappalti, pensioni e contrasto dell’evasione fiscale”. Nei prossimi giorni, fa sapere il sindacato dei metalmecccanici della Cgil, si verificheranno le modalità di attuazione, anche “nel confronto con Fim e Uilm e in relazione al percorso di mobilitazione e di sciopero che Cgil Cisl e Uil decideranno” dopo aver studiato il testo.
Ma la Uil ha già fatto sapere come la pensa. ‘’Se dovesse essere confermata, all’interno del Consiglio dei ministri la scelta di Quota 102 sulle pensioni, la Uil non ci sta ed è pronta se necessario a scendere in piazza’’, ha dichiarato alla vigilia del Cdm Pierpaolo Bombardieri. Domani i tre sindacati si vedranno per fare il punto e decidere quali strumenti di mobilitazione mettere in campo. L’idea è quella di esercitare una forma di pressing nei confronti del Parlamento nel corso dell’esame della manovra per modificarla. “Non mi aspetto uno sciopero generale, mi sembrerebbe strano. C’è la disponibilità del governo a ragionare”, dice Draghi consapevole comunque che “la scelta spetta ai sindacati”.