Lo scontro sul Def italiano non è che all’inizio. Perché se da un lato Luigi Di Maio sta provando a tenere bassi i toni aprendo al dialogo con l’Europa, non può dirsi che altrettanto stia accadendo da Bruxelles da dove continuano ad arrivare frecciate sui conti italiani. L’ultimo attacco in ordine di tempo è arrivato dal presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, che ha paragonato l’Italia alla Grecia e a cui ha però risposto Matteo Salvini senza troppi giri di parole: “Parlo con persone sobrie, che non fanno paragoni che non stanno né in cielo né in terra”.
Le dure affermazioni di Salvini vanno oltre e accusano Juncker di essere la vera causa dell’aumento dello spread e si dice pronto a chiedergli i danni: “Il presidente della commissione europea, equiparando l’Italia alla Grecia, fa impazzire lo spread. Questa poteva risparmiarsela. Prima di aprire bocca dovrebbe bere due bicchieri d’acqua e smetterla di spargere minacce inesistenti”.
Anche oggi lo spread è volato, arrivando anche a quota 300. Tutta colpa dei falchi europei anche secondo Di Maio che ha ribadito la linea: “L’Ue ci minaccia ma non ci fermiamo. Senz’altro siamo preoccupati per lo spread, ma il tema è altro. Ieri a qualcuno è andato di traverso che non si era ancora alzato a 350 e nel pomeriggio i Commissari Ue e il presidente della Commissione hanno fatto dichiarazioni per creare tensioni e i mercati sono sensibili alle dichiarazioni dei commissari”.”Il deficit è un piccolo prestito – continua – che ripagheremo già l’anno prossimo, a qualcuno dà fastidio che l’Italia rialzi la testa ma non ci fermiamo davanti alle minacce”.