Lo scrittore e drammaturgo irlandese Oliver Goldsmith una volta disse: “Le leggi schiacciano i poveri e i ricchi governano le leggi”. Una banale verità. Siccome la storia si ripete, anche quest’anno, dopo i tagli con l’accetta del 2023 – a regime, Assegno di inclusione e Sfl costano 1,7 miliardi in meno del Reddito di cittadinanza – la legge di Bilancio lascia “senza ombrello” gli ultimi, i dimenticati.
Il ddl “non affronta in modo strutturale l’aumento della povertà assoluta, in particolare tra le famiglie giovani con figli, né il divario sociale e territoriale” ha sentenziato Asvis, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, in audizione alla Camera per bocca del direttore scientifico Enrico Giovannini: “Non si rileva una coerenza con altri interventi pubblici, come il Pnrr, i Fondi strutturali e il Fondo sviluppo e coesione, né sono previste modifiche all’Assegno di inclusione o al Supporto per la formazione e il lavoro”.
Anche il giudizio di Alleanza contro la povertà in Italia, che riunisce 36 associazioni, è stato tranchant. Nella stessa sede, ricordando che nel 2024 il fondo di finanziamento dell’Adi è stato ridotto di 300 milioni, il portavoce nazionale Antonio Russo ha concluso che “questo sembra mostrare da un lato che le risorse stanziate non verranno utilizzate appieno perché il ‘tiraggio’ della nuova misura è al di sotto di quanto previsto, dall’altro che le risorse risparmiate non verranno usate a rafforzamento della misura stessa” ma “avranno un impiego diverso da quello di contrasto diretto della povertà”.
Il tutto mentre la povertà assoluta ha toccato il suo record storico: 5,7 milioni di individui nel 2023 (quasi 1,3 milioni di minori). “Se prendiamo coloro che hanno ricevuto almeno una mensilità di Adi (695.127 nuclei) nel primo trimestre 2024 e li paragoniamo con coloro che avevano ricevuto almeno una mensilità del Reddito nel medesimo periodo del 2023 (1.324.104 nuclei), vediamo che sono poco più della metà (52,5%)” ha aggiunto Russo. Pertanto, “riteniamo prioritario il ripristino di una misura universalistica, capace di supportare chiunque si trovi in condizione di povertà”. Qual era, appunto, il RdC.
Per usare una similitudine: con Adi e Sfl è come se il nostro Paese stesse affrontando l’inverno in Siberia in maniche di camicia. Neanche un’altra misura, la carta “Dedicata a te”, scalda i cuori delle associazioni: la Caritas ha proposto di “allocare diversamente le risorse secondo il principio di dare priorità a chi sta peggio”, ad esempio “includendo fra i percettori dell’Assegno di inclusione i nuclei senza figli minorenni con reddito basso”. Sipario.