Il presupposto è il “il quadro economico internazionale” che si conferma difficile. Tra la guerra dei dazi Usa-Cina, che coinvolge ormai anche l’Unione europea, e le tensioni commerciali che ne derivano, la questione investe ormai direttamente anche l’Italia. Per questo, nell’impostare la Manovra, “pur tutelando la solidità dei conti pubblici”, assicura il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, “abbiamo cercato di essere quanto più espansivi possibili in questo contesto”. A cominciare dagli investimenti, che il Governo mira a sbloccare al più presto.
MISURE ESPANSIVE. Obiettivi che, ieri, il premier ha ribadito nel corso di un incontro con i sindacati a Palazzo Chigi. “Abbiamo anche richiamato alcune nostre priorità, un Piano di contrasto all’evasione affinché tutti paghino le tasse per poter tutti pagare di meno – prosegue Conte -. È l’unico principio che secondo noi ci consentirà di poter efficacemente alleggerire la pressione fiscale; un piano di rilancio per il Mezzogiorno; la definizione di una nuova agenda di investimenti nell’innovazione e nella sostenibilità ambientale e, non da ultimo, il potenziamento delle misure a beneficio della sicurezza sul lavoro”.
Capitolo Iva. “Il governo ha predisposto tutte le misure per evitare la stretta sui consumi – che avrebbe comportato un rincaro medio a famiglia di 540 euro l’anno – evitare l’aumento delle clausole già di per sé ha un forte impatto, che andrà a sommarsi anche alle misure di sostegno ai redditi familiari, come anche il taglio al cuneo fiscale su cui oggi inizieremo a ragionare più dettagliatamente, e anche a una meticolosa azione di sblocco degli investimenti ancora fermi”. Quanto al confronto con i sindacati, “non vogliamo realizzare la Manovra in maniera autoreferenziale – aggiunge il premier -. Dobbiamo lavorare fianco a fianco per costruire un’Italia più equa, più verde, più inclusiva e che riattivi il motore della crescita economica e dello sviluppo sociale”.
Ma non è tutto. A proposito di confronto con i sindacati, arriva dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, la proposta di aprire un tavolo ad hoc per la lotta al capolarato. Un’iniziativa, quella del Governo, che incassa il placet dei sindacati. “Vogliamo fare le riforme sul serio. L’impegno è di reincontrarci con noi prima di definire la proposta della Legge di Stabilità, noi valuteremo quello che accade – commenta il leader della Cgil, Maurizio Landini -. Oggi è un passo nella direzione giusta, ma servono le risposte concrete che la gente sta aspettando”. Anche se non mancano le perplessità. A cominciare dal taglio del cuneo fiscale: secondo Landini va fatto subito ma “le cifre messe sul tavolo” sono “insufficienti”.
Stessi dubbi da parte della Uil. “L’incontro è andato bene, sul metodo andiamo benissimo”, commenta Carmelo Barbagallo, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi. “Abbiamo detto che i soldi per il cuneo fiscale ci sembrano pochi”, ammette, però, in linea con le perplessità avanzate da Landini. “Ci sarà poi “un capitolo pensioni, l’unico elemento che mancava è la rivalutazione delle pensioni – conclude il il leader della Uil -. Come valutazione generale il confronto sta proseguendo e questo è importante”. Il prossimo incontro con il Governo è già fissato all’11 ottobre.
Intanto, la segretaria della Cisl, Annamaria Furlan, spinge per il rinnovo dei contrati pubblici: “Il Governo ha garantito 5,4 miliardi di risorse aggiuntive nel triennio – fa sapere -. Bisogna verificare se è possibile aprire da subito il confronto sul contratto che è da tempo scaduto. Il confronto va fatto e bisogna capire cosa può essere portato a casa ora, ma anche il progetto Paese”. Si vedrà.