La crescita italiana è, ormai, solo un miraggio. Il rallentamento dell’economia è nei fatti, già dal secondo trimestre dell’anno. E le cose non potranno che peggiorare nei prossimi mesi, considerando che anche la manovra del governo guidato da Giorgia Meloni non contiene alcuna misura che possa realmente favorire la crescita.
Il Fondo monetario internazionale stronca la legge di Bilancio e conferma le stime sul Pil: nel 2023 per l’Italia si fermerà al +0,7%. Il punto principale, però, riguarda la manovra, tanto che l’Fmi – attraverso il Regional economic outlook – consiglia al governo di “essere più ambizioso e pensare a riforme favorevoli alla crescita”.
Il Pil in Italia e in Europa: i dati Fmi
Per quanto riguarda l’Ue, la crescita complessiva rallenta a un +1,3% contro il 2,7% del 2022. Nel 2024 è invece prevista una risalita con un aumento dell’1,5%. Per quanto riguarda l’inflazione italiana, si attende che raggiunga il 6% quest’anno per poi calare al 2,6% nel 2024.
In generale, ora l’Europa è attesa da un “difficile compito”, quello di “ripristinare la stabilità dei prezzi” garantendo la crescita. L’inflazione, comunque, è “in graduale calo” e per quanto concerne i tassi si “sta avvicinando la fine del ciclo di inasprimento”. Ma, sottolinea il Fondo monetario internazionale, la Bce dovrà mantenere la stretta sui tassi anche il prossimo anno.
L’Italia a crescita zero: manovra senza riforme ambiziose
L’avvertimento più chiaro all’Italia arriva dal direttore del Dipartimento europeo dell’Fmi, Alfred Kammer: “Abbiamo consigliato al governo italiano di anticipare l’aggiustamento e di essere più ambizioso, nonché di pensare anche a riforme di bilancio strutturali e favorevoli alla crescita”. Perché queste misure “non sono previste nella bozza di bilancio”, sottolinea Kammer.
Ora per l’Italia sarà “importante avviare un percorso favorevole alla crescita e aumentare la produttività, questa è la questione chiave”. E per questa ragione l’Fmi chiede “un aggiustamento di bilancio favorevole alla crescita”.
Infine non manca un richiamo anche sul Pnrr: l’Italia, avverte Kammer, “deve lavorare duro per spendere bene i fondi”. Le difficoltà e i ritardi riscontrate in Italia come in altri Paesi “dovrebbero essere risolte” perché il piano Ue è ritenuto fondamentale per il futuro dell’economia continentale e “darà impulso alla crescita nel breve e nel medio termine”.