L’ultima denuncia risale a pochi giorni. A scrivere su Facebook è stata la stessa sindaca Virginia Raggi: “Hanno smontato le marmitte, svuotato i serbatoi e abbandonato tutto sul piazzale dove i mezzi dell’Ama erano pronti a partire per la raccolta dei rifiuti nel VII Municipio”. Succede anche questa nella Roma invasa dei rifiuti: pure i mezzi che avrebbero dovuto disinfestare i cassonetti sono stati manomessi, impedendo dunque il loro servizio. Una situazione al limite che, non a caso, ha spinto la stessa sindaca a riconoscere come “è davvero difficile andare avanti e fare fronte ai continui atti di sabotaggio o semplice vandalismo”.
I numeri, d’altronde, parlano per tutti: dall’inizio del 2018 a oggi, sono stati dati alle fiamme circa 750 cassonetti stradali, con punte di circa 100 nei municipi X (Ostia) e VII (Cinecittà). Numeri impressionanti, cui si aggiungono i due incendi all’impianto di Rocca Cencia, su cui è in corso ancora un’inchiesta giudiziaria per capire come i roghi siano nati e se dietro ci sia la mano di qualcuno che, ancora una volta, ha voluto sabotare l’operato dell’amministrazione. Numeri e fatti che lasciano capire il livello di emergenza e come questo, nelle pur evidenti responsabilità di gestione dell’amministrazione comunale (che, a proposito, ancora ha non riesce a trovare un nuovo assessore all’Ambiente), vada di passi passo con interessi che sembrano lasciar pensare a mani criminali intente soltanto a devastare il pur minimo processo di cambiamento.
Un quadro desolante che si unisce ai ripetuti e frequenti furti proprio nei depositi Ama. Non è un caso che la Raggi non solo è stata costretta a richiedere l’intervento dell’esercito, ma anche a chiedere l’aiuto dei singoli cittadini: quelli in atto “sono gesti vigliacchi. Vi invito a denunciare e chiamare immediatamente le forze dell’ordine davanti a fenomeni di questo tipo. Il vostro aiuto è fondamentale”, ha scritto la sindaca pochi giorni fa sempre sulla sua pagina Facebook.
UN DISASTRO. E d’altronde che ci sia una situazione di forte rischio, lo rivelano anche i dati snocciolati proprio ieri da Legambiente nel consueto appuntamento col rapporto “Ecomafie”. Dal dossier si evince come proprio Roma sia seconda solo a Napoli la città col più alto numero di illeciti ambientali. Se si volesse entrare nello specifico della gestione dei rifiuti, gli illeciti registrati nella Provincia di Roma ammontano a 201. Nel Lazio nessuno raggiunge questo triste primato. E anche nel resto d’Italia nessuno raggiunge questa drammatica vetta (eccezion fatta, anche in questo caso, per Napoli). E non è un caso, allora, che anche spalmando il dato sul campo regionale, il Lazio risulta essere, dopo le aree a tradizionale presenza mafiosa, la Regione coinvolta dal maggior numero di inchiesta che tengono assieme corruzione e reati ambientali. Segno di un degrado che finisce col fare gli interessi delle criminalità.