Se fosse stato un emendamento di un parlamentare, sarebbe stato dichiarato inammissibile per estraneità alla materia. Stefano Fassina, deputato di Leu, sintetizza così la forzatura governativa dell’intervento sulla durata degli incarichi ai vertici dei servizi segreti. Sono tanti, infatti, i dubbi sull’adeguatezza dello strumento, la decretazione di urgenza, e nello specifico il Milleproroghe. Ma non è solo una questione formale, resta una questione anche sostanziale.
BECCATO! La manina del governo Draghi, scoperta da La Notizia (leggi l’articolo), ha provocato reazioni in Parlamento. Il presidente del Copasir, Adolfo Urso (nella foto), in una lettera inviata al nostro quotidiano dopo l’articolo pubblicato ieri, ha sottolineato di aver già espresso “perplessità su queste ulteriori modifiche con decretazione di urgenza della Legge n. 124 del 2007 (quella sui servizi segreti, ndr) che fu di iniziativa parlamentare e approvata alla unanimità” e ha così ribadito “l’esigenza, già più volte segnalata nel corso della legislatura, di una revisione complessiva della Legge n. 124 del 2007 attraverso un disegno organico di natura parlamentare”.
DUE PESI E DUE MISURE. La richiesta, tra le righe, è quella di una riforma organica, affidata al Parlamento, e non a colpi di mano di Palazzo Chigi. Ma c’è chi usa toni decisamente meno istituzionali. “Una nuova norma sui servizi segreti appena approvata da Draghi, nel silenzio dei media, non reca nessun sconcerto”, dice a La Notizia, Alessio Villarosa, ex sottosegretario al Mef e ora nel gruppo Misto alla Camera. “La stessa norma approvata e poi rimossa da Conte a luglio 2020, fece scoppiare il putiferio”, aggiunge ricordando che molte testate parlarono di “riforma fatta di nascosto” e addirittura di “legge ad personam”.
“Non voglio entrare nel merito, visto che le prerogative spettano al Copasir. Ma questa vicenda rappresenta una conferma di come ci sia stato un accanimento nei confronti del precedente governo, ingigantendo e, talvolta, travisando le iniziative politiche”, afferma la deputata del Movimento 5 Stelle, Azzurra Cancelleri. La parlamentare annota un altro elemento: “Dal punto di vista procedurale resta da capire se lo strumento del Milleproroghe fosse quello adatto”.
Fassina fa un passo ulteriore: “Nel merito il presidente del Consiglio dovrebbe motivare le ragioni dell’estensione dei mandati di organismi così delicati per la qualità della democrazia”. Il suo ragionamento si chiude con un auspicio: “Spero che le commissioni competenti ascoltino in audizione il sottosegretario Gabrielli”.
FUORI CONTROLLO. L’ira delle opposizioni è orientata verso lo strapotere draghiano. Francesco Forciniti, deputato di Alternativa, incalza: “Ormai Draghi non ha argini né contrappesi, si sente il padrone indiscusso del Paese, perché a lui tutto è concesso. Questa è la cosa più grave”. E il collega alla Camera, Raphael Raduzzi, rilancia: “Siamo sempre stati contrari ad una norma che accentra ulteriormente i poteri dell’esecutivo in un ambito così delicato. Come al solito i partiti tacciono di fronte di fronte all’ennesima prevaricazione del governo”.