Se c’è qualcosa che mette d’accordo l’intera maggioranza è l’astio verso il Reddito di cittadinanza. Non passa giorno senza che le destre si riempiano la bocca di ricette surreali legate al mondo del lavoro, infarcite di critiche gratuite nei confronti del sussidio contro la povertà. Ce lo hanno ricordato sia il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida che la premier Giorgia Meloni in occasione dell’inaugurazione del Vinitaly.
Il primo si è letteralmente superato con una serie di dichiarazioni al vetriolo: “In Italia non c’è lavoro e quindi se ci tolgono il Reddito di cittadinanza noi siamo costretti ad andare a rubare. Prima di andare a rubare io volevo segnalare anche a loro che esistono migliaia di posti di lavoro che sono occupati da persone che lo fanno con dignità e anche ben pagati. C’è un pezzo oggi di comunicazione che vuole far passare il lavoro come una cosa meno degna di percepire un Reddito senza lavorare”.
Il premier Meloni ha lanciato l’idea di istituire il liceo del “made in Italy” che servirà proprio a formare i prossimi professionisti del settore
Sulla stessa lunghezza d’onda anche la premier, giunta all’evento per esprimere la propria vicinanza al comparto vinicolo e agrario che attraverso Coldiretti lamenta la mancanza di lavoratori, che nel corso del suo intervento si è detta d’accordo con Lollobrigida e dopo ha lanciato l’idea di istituire il liceo del ‘made in Italy’ che servirà proprio a formare i prossimi professionisti del settore. Intendiamoci non c’è nulla di male nel proporre questo nuovo indirizzo di studi, malgrado non sia una novità ma una rivisitazione del liceo economico-sociale inaugurato ai tempi in cui la ministra della scuola era Maria Stella Gelmini, ma è il modo in cui lo si è proposto che ha fatto storcere la bocca a tanti.
Questo perché nel presentare questo progetto la Meloni si è fatta prendere la mano affermando che “per me questo è il liceo, perché non c’è niente di più profondamente legato alla nostra cultura”. Poi rivolgendosi agli studenti dell’agrario ha aggiunto di voler fare “i complimenti a questi ragazzi” in quanto “siete stati molto lungimiranti” perché si dice che con la scelta “del liceo avreste avuto uno sbocco mentre con un istituto tecnico avreste avuto soltanto opportunità minori. Ma tutti dimenticano che in questi istituti c’è una capacità di sbocco professionale molto più alta di altri percorsi”.
Insomma la Meloni a parole si dimostra attenta alle istanze del settore agricolo, salvo poi prendere decisioni politiche in materia ambientale che vanno in senso contrario e che sul lungo periodo rischiano di mettere in ginocchio l’intero comparto.
A far notare questa curiosa posizione è il vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi, che fa notare: “Se entro il 2050 le temperature medie salissero di 2 gradi centigradi, come è previsto senza interventi, il 56% delle attuali regioni vitivinicole nel mondo potrebbe sparire. Se la Presidente Meloni intende sostenere questo settore, smetta di lavorare al prolungamento senza fine dell’era fossile, i cui effetti mettono a rischio tutta la filiera. L’unica migrazione che deve fermare è quella dei vitigni a quote più alte o verso nord!”.
Donno: “Il ministro Lollobrigida ha perso un’altra occasione per tacere”
Critiche anche dal Movimento 5 Stelle che ieri attraverso Leonardo Donno, deputato del M5S componente della commissione Bilancio, ha risposto per le rime al titolare del dicastero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare: “Il ministro Lollobrigida ha perso un’altra occasione per tacere. Nessuno di noi ha mai detto che è meglio prendere il Reddito di cittadinanza che andare a lavorare. Su una cosa, però, bisogna essere chiari: in tutti i settori, compresa l’agricoltura, il lavoro deve essere pagato in modo dignitoso e, altresì, deve rispettare le norme in materia di salute e sicurezza, che non possono né devono essere sacrificate sull’altare del profitto”.
Eppure la maggioranza sembra non curarsi più di tanto delle condizioni del lavoro, come appare evidente anche dal fatto che continua a boicottare il salario minimo adducendo che è una norma di equità sociale fortemente osteggiata da Confindustria. “Per l’ennesima volta la Destra ha sferrato un attacco gratuito contro il Reddito di cittadinanza per strappare qualche applauso e guadagnarsi i titoli dei giornali amici. Un teatrino imbarazzante” per il quale, prosegue il pentastellato, “consigliamo al ministro Lollobrigida di leggere il VI Rapporto agromafie e caporalato realizzato dall’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil: scoprirà che nel 2021 sono stati circa 230mila i lavoratori irregolari nei campi, tra loro ben 55mila donne”.
“Un esercito di sfruttati, italiani e stranieri, che rappresenta oltre un quarto dell’intera forza lavoro in agricoltura. È giunta l’ora che il Governo la smetta di offendere i cittadini e pensi a risolvere i loro problemi reali”, conclude Donno.