di Stefano Sansonetti
Il contesto di riferimento è sempre quello. I conti a dir poco “anemici” di Mamma Rai mettono continua pressione sui vertici aziendali. I quali sono costretti a pensarle un po’ tutte pur di fare cassa. E così nei giorni scorsi il direttore generale dell’azienda televisiva, Luigi Gubitosi, ha lanciato un’operazione di cessione di crediti Iva che viale Mazzini vanta nei confronti dell’amministrazione fiscale. L’obiettivo è quello di incassare subito circa 40 milioni di euro. Insomma, si cerca di velocizzare il recupero il più possibile, senza aspettare i tempi del Fisco italiano. Tutti i dettagli del piano emergono da una sorta di gara d’appalto predisposta dalla società pubblica qualche giorno fa. La procedura, in particolare, ha ad oggetto “la cessione pro soluto del credito Iva maturato da Rai a titolo originario e richiesto nella dichiarazione annuale Iva di gruppo per il periodo d’imposta 2012”. La cifra in ballo, per la precisione, è di 41.039.604 euro. La cessione dei crediti, come da prassi, “sarà stipulata a mezzo atto pubblico e sarà notificata ai competenti uffici dell’amministrazione finanziaria”. Naturalmente l’operazione non ha niente di anomalo. Si tratta di un’opzione a cui molto spesso le aziende fanno riferimento per incassare in tempi brevi. A maggior ragione in un periodo di crisi e di debiti pubblici che vengono saldati con qualche ritardo di troppo.
I numeri
Del resto non è una novità che i conti della Rai, come quelli di molte altre aziende del settore, siano in questo momento in netta sofferenza. Il bilancio consolidato 2012, tanto per dirne una, si è chiuso con ricavi per 2,7 miliardi di euro, con una diminuzione di 212 milioni rispetto all’esercizio precedente. La causa di questo trend, spiega la relazione sulla gestione, è fondamentalmente addebitabile a una caduta dei ricavi pubblicitari, che nel 2012 sono diminuiti di quasi 220 milioni di euro. Senza contare che “anche gli altri ricavi presentano, complice la generale debolezza economica, un decremento di oltre 30 milioni di euro, essenzialmente concentrato nelle convenzioni con la pubblica amministrazione, in nesso con le tensioni del bilancio dello stato e del debito sovrano”. Riflessi negativi, ovviamente, si sono registrati sul risultato di esercizio, cha ha visto l’azienda di viale Mazzini chiudere un una perdita di 244,6 milioni, in nettissimo peggioramento rispetto all’utile di 4 milioni che aveva contraddistinto l’anno precedente.
Le condizioni
E’ chiaro, rebus sic stantibus, che è necessario cercare di recuperare risorse ovunque sia possibile. In questa cornice si inserisce la cessione di crediti Iva per circa 40 milioni. Adesso non si deve far altro che aspettare che si faccia avanti qualche società finanziaria disposta a “comprare” questo credito. I documenti di gara, a tal proposito, stabiliscono che la società in questione, per avanzare una candidatura valida, deve aver effettuato nei 36 mesi antecedenti al bando operazioni di cessione di crediti Iva per una cifra non inferiore ai 20 milioni di euro.