Mai più furbate sui rimborsi. Dopo i casi delle false restituzioni che ha portato all’espulsione di un gruppo di parlamentari dal Movimento, i Cinque Stelle corrono ai ripari. Con nuove stringenti regole per prevenire anziché curare. Anche per evitare che i “quasi 100 milioni di euro” restituiti da qualdo l’M5S è entrato entrato nelle istituzioni, passino in secondo piano rispetto alle poche migliaia di euro intascate da qualche furbetto dei rimborsi.
Un’avvertenza, però, è d’obbligo: qui non si parla di reati. “Questo è bene non dimenticarlo mai”, avvertono i capigruppo di Camera e Senato, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli. “Nella scorsa legislatura il Movimento aveva deciso di versare gli extra stipendi dei propri portavoce direttamente sul fondo di rotazione per il microcredito in favore delle pmi – ricordano -. Una scelta che ha portato alla creazione di oltre 10mila nuove attività imprenditoriali e alla creazione di migliaia di posti di lavoro”. Una pratica proseguita anche nell’attuale legislatura con i primi due Restitution Day: il primo con le stesse finalità dei precedenti; il secondo ha, invece, destinato circa 2 milioni di euro alle popolazioni alluvionate tramite la Protezione civile.
In un lungo post sul Blog delle Stelle, D’Uva e Patuanelli spiegano ora la decisione di far confluire tutte le restituzioni in un solo conto corrente. “Per poter diversificare le nostre azioni in maniera efficace abbiamo deciso di avere un unico ‘contenitore’ degli extrastipendi (un conto intermedio), ma soprattutto vogliamo coinvolgere i nostri iscritti in queste decisioni – annunciano -. Anziché un’unica restituzione per un’unica iniziativa, potremo destinare i soldi restituiti ai cittadini a più iniziative sui territori e nelle regioni che decideranno gli iscritti. Ed è per questo che i prossimi destinatari saranno decisi attraverso la piattaforma Rousseau con un voto online”. Il conto intermedio sarà gestito dal Comitato per i rimborsi e le restituzioni, nel quale siederanno il capo politico, Luigi Di Maio, e gli stessi D’Uva e Patuanelli in qualità di capigruppo.
La decisione persegue una duplice finalità. La prima “è quella di poter verificare puntualmente i versamenti fatti per evitare il ripetersi di situazioni spiacevoli come quelle scoperte dalle Iene poco più di un anno fa”. La seconda “è quella di poter di volta in volta individuare i destinatari finali delle restituzioni”. Un’ultima precisazione in relazione alle critiche “dai soliti quotidiani” per la norma dello Statuto che prevede “il versamento a favore di Rousseau dell’eventuale avanzo” in caso di scioglimento del Comitato.
“Ciò che non viene detto è che è la Legge ad imporre che la destinazione di eventuali avanzi di gestione venga inserita nello Statuto ma soprattutto che è previsto un voto degli iscritti anche per individuarne la destinazione finale” mentre “gli altri continuano a tenersi tutti i soldi”, e “il Pd di Zingaretti cerca un modo per ottenere milioni di euro di finanziamenti pubblici, noi continuiamo a restituire i soldi ai cittadini”.