di Valeria Di Corrado
C’è chi resiste ai cambi di Giunta, alle incompatibilità tra incarichi ricoperti e persino alle censure della Corte dei Conti. L’inamovibilità della casta dei burocrati negli organi politici riesce a superare anche quella degli stessi politici e prescinde dagli obiettivi raggiunti nell’esercizio della propria funzione. È il caso ad esempio di Guido Magrini (di area Pd), recentemente nominato alla direzione Politiche sociali della Regione Lazio, a 211 mila euro lordi all’anno. Nel palazzo di via Colombo ha messo piedi nel lontano 1995. Dopo un anno è diventato direttore dell’area Bilancio, nel ‘99 è passato alla direzione del dipartimento Economia e finanza e dal 2001 è stato scelto come direttore della direzione Bilancio. Nel 2005 arriva al top: oltre al Bilancio, gli vengono attribuite le funzioni vicarie del Dipartimento economico. Sulla prima poltrona resta seduto fino a settembre 2010, quando al suo posto subentra Marco Marafini, “attraverso un concorso interno al quale, da esterno, non avrebbe potuto partecipare”, precisa Roberta Bernardeschi del sindacato dei dirigenti della Regione Lazio. La seconda poltrona Magrini la lascia poche settimane fa, sempre a beneficio del giovane Marafini, che voci di corridoio vogliono legato sentimentalmente a una delle sue figlie. L’operato di entrambi i dirigenti è stato oggetto di alcune censure da parte della Corte dei Conti nel referto del dicembre scorso. È stata contestata all’amministrazione e alle relative direzioni regionali di non aver “contezza diretta degli incarichi consulenziali dalle stesse affidati, della somma impegnata, dei nominativi dei consulenti incaricati, degli oggetti degli incarichi, con la conseguente impossibilità di effettuare un reale monitoraggio della spesa effettuata a tale titolo”. In particolare alle strutture di competenza di Marafini e Magrini si chiede conto di alcune consulenze esterne ed esternalizzazioni di servizi “per più di 2 milioni di euro”.
Resistente a tutto
Si potrebbe dire che i vari governatori del Lazio che si sono succeduti negli ultimi anni (Badaloni, Storace, Marrazzo, Polverini e Zingaretti) non hanno guardato la tessera di partito e lo hanno lasciato ai vertici della finanza tenendo conto dei brillanti risultati ottenuti. Se è così, però, i conti proprio non tornano. La disastrosa situazione economica della Regione Lazio è sotto gli occhi di tutti. Il bilancio 2011 si è chiuso con un disavanzo dichiarato di oltre 11 miliardi. “Il rischio è che il debito reale sia addirittura superiore, perché alcune posizioni debitorie potrebbero non essere state registrate – spiega la sindacalista Roberta Bernardeschi – Eppure Zingaretti ha rinominato molti di quei dirigenti sui quali pende il giudizio negativo della Corte dei Conti e del Ministero dell’Economia, senza aspettare nemmeno la valutazione sugli obiettivi raggiunti nel 2012, condizione fondamentale per restare nei ruoli apicali. Il sistema che ha permesso a Fiorito di fare quello che ha fatto non è stato ancora cambiato”.
La presidenza del S. Maria in Aquiro
Tutti restano al loro posto, al massimo le carte vengono mescolate. E così Guido Magrini, dopo anni, ha lasciato la gestione dalla politica economica per occuparsi di Politiche sociali (mentre la sua compagna, Miriam Cirpiani, gestisce la direzione regionale Cultura, sport e politiche giovanili). Una sfera quella del sociale che per lui non è nuova, se si considera che l’8 giugno 2009 è stato nominato presidente del consiglio di amministrazione degli Istituti di Santa Maria in Aquiro, istituzione pubblica di assistenza e beneficienza rappresentata anche dalla Regione Lazio. Incompatibilità? No, se si considera che per questo incarico il dirigente sembra non abbia percepito alcun compenso. Piuttosto si potrebbe parlare di opportunità politica ed amministrativa. Gli Istituti di Santa Maria in Aquiro sono infatti proprietari di un ricchissimo patrimonio immobiliare: 277 tra appartamenti, terreni e negozi, molti dei quali di gran pregio, situati nelle piazze del centro storico di Roma. Sul terrazzo di uno di questi palazzi, con affaccio sul Colosseo, Magrini ha festeggiato il suo compleanno (come testimonia la foto qui a fianco). Nonostante questo prezioso patrimonio immobiliare e le doti di manager del suo ex presidente (ha lasciato l’incarico recentemente, pur continuando a presenziare agli eventi) sembra che gli Istituti di Santa Maria in Aquiro non godano di una situazione economica florida, al punto da avere delle difficoltà nel pagamento degli stipendi dei dipendenti.